venerdì, ottobre 14, 2005

Francesco Osloan Network #20


La Fays Production
Presenta:
Francesco Osloan Network
Castaway in Oslo

68 giorno
14 ottobre 11.34

Cari amici,
Ieri mi sono spinto lì dove nessun Erasmus aveva mai osato.
Avrei voluto scriverne ieri, ma alterne vicende mi hanno impedito di trovare il tempo, quindi oggi, sotto un sole meraviglioso, in un cielo blu come sono la purezza di quest’aria può offrire, vi narrerò un’avventura incredibile.
Ieri sono tornato in Italia per un’ora.
Il mio viaggio mi ha portato, insieme a Laura e Graziana, fino in via INKOGNITOGATA, che già il nome è tutto un programma. Qui, raminghi, cercavamo la nostra meta, ma dato che è una strada sconosciuta, non riuscivamo ad orientarci. Quando ecco arrivare un tizio! Fulminei all’attacco ci facciamo indicare il posto e lui, vestito elegantissimo e con un’aurea di istituzionalità che gli girava attorno come un elettrone, ci ha portati dritti là.
Eccola. Al numero 7 della via sconosciuta un tricolore illumina la nostra giornata. L’ambasciata italiana è là.
Con un certo timore reverenziale litighiamo per chi debba suonare il citofono, poi Laura schiaccia il bottone e senza una parola il pesante cancello immerso nelle foglie autunnali si apre. E noi torniamo a casa. Camminiamo lentamente lungo il vialetto osservando il giardino pieno dei colori autunnali, quando ad un certo punto da una finestra ci arriva un urlo: "Prego! Prego!"
Terrorizzati vediamo la faccia contorta in una smorfia di fastidio di un carabiniere. "Forza, che aspettate? Là è la porta, entrate, entrate!"
Felici di aver riavuto un sì pure preve contatto con la famosa gentilezza italiana, entriamo nella porticina dove il carabiniere ci stava aspettando: "Beh, cosa volete?"
Due cose gli dico: primo volevamo sapere se era possibile votare per le elezioni primarie, ma il carabiniere non sa niente e ci dice di aspettare in una saletta.
Lì noi tre dimentichiamo di essere in un fazzoletto di Italia in Norvegia, e ci sembra di essere tornati alla madrepatria, con le famigerate sale d’attesa in cui struggersi l’anima. Leggiamo avvisi di matrimoni di italiani con norvegesi, un annuario delle ambasciate, un giornale per gli italiani residenti all’estero.
Poi un altro tizio esce da un ufficio e ci chiede cosa vogliamo. Io gli ripeto la richiesta e lui mi dice che non è possibile votare. Io lo sapevo, perché la provedura è ben più complicata di quello che sembra, allora gli pongo la seconda domanda. Volevamo sapere se c’era qualche stage da fare lì all’ambasciata, siamo studenti di scienze politiche, volete che vi raccogliamo le foglie nel giardino? Vi facciamo le fotocopie?
Il tizio ci dice di aspettare e si rinchiude nel suo ufficio. Ogni tanto il carabiniere si affacciava per controllare che facevamo…
Dopo un po’ esce e ci dà indirizzi e numeri di telefono a cui chiedere. Noi lo ringraziamo e il carabiniere ci sbatte fuori. Con malinconia percorriamo il vialetto e, quasi senza rendercene conto, siamo di nuovo in Norvegia.
Ripercorriamo Inkognitogata con le sue ambasciate in meravigliosi palazzi immersi nell’edera e risbuchiamo nella strada principale, quella che passa affianco allo Slottsparken, il parco del palazzo reale.
Fatto sta che non ci eravamo ancora spinti abbastanza in là nella nostra ambizione, così siamo andati al Nobel Institut. E’ un posto meraviglioso, già dall’ingresso…abbiamo salito la scala a chiocciola dorata e siamo entrati nella biblioteca, una vera miniera di diamanti per gli studiosi di relazioni internazionali.
A una simpatica signora abbiamo chiesto come potevamo fare ad avere gli inviti per la cerimonia della premiazione del Nobel per la pace che si svolge a Oslo il 10 dicembre. Per chi si ricorda noi lo sapevamo benissimo, perché eravamo andati a chiedere io e Laura ad Agosto, ma avevo troppa voglia di tornare qui. Infatti la tizia che ce l’aveva spiegato la prima volta appena ci ha visti si è messa a sorridere apertamente…
Comunque fatto sta che ci dice di scrivere una lettera con nome, indirizzo, nazionalità e motivo della richiesta. E ci fa entrare in una accogliente saletta privata tutta per noi.
E lì parte il momento elucubrativo. Ci abbiamo messo tutte le nostre arti psicologiche a scrivere quelle poche righe e spero che si sia capito quanto ci tenevamo ad avere l’invito.
Quando l’opera d’arte è stata compiuta, ci hanno detto di consegnarla a un’altra tizia che, commossa dal vedere tre ragazzi così giovani interessati in una cosa così importante, ha detto: "Ora farò una cosa che non faccio spesso."
Morale della favola: ci ha portati in giro per l’istituto! Bellissimo! Abbiamo visto la sala dove la commissione decide il vincitore e ci siamo pure seduti al tavolo! E lei ci ha fatto una foto!
Poi la sala antica della premiazione, la collezione delle copie delle lauree del premio, la copia della medaglia di quest’anno. Tutto! E’ stato bellissimo!
Siamo usciti proprio soddisfatti! Speriamo che ci mandino l’invito! Sarebbe grandioso!
Tutti contenti per finire bene la mattinata siamo andati, costretti da me, a fare un giro in fumetteria, dove ho trovato cose meravigliose, ma non ho comparto nulla, e poi a prendere la metro.
Io mi sono fermato a Blindern, ho pranzato, ho studiato un po’ e poi sono andato in palestra. E dopo sono tornato a Kringjsa. La sera ho parlato con mezzo mondo su messanger fino a che il sonno ha avuto la meglio e sono andato a dormire sognando di riuscire a realizzare il sogno del Nobel…
E stamattina nulla, sto scrivendo questo diario mentre Are suona e canta a squarciagola…per fortuna ora ha smesso…
Come vedete, amici miei, Oslo è una città che offre meraviglie incredibili, basta solo saperle cercare e prendere ogni possibilità che ti viene offerta…
Mitica Oslo!