giovedì, ottobre 27, 2005

Francesco Aarhus Miniserie - Parte 3 di 4 : Il segreto del mattoncino

Questo è il post n.75! Wow! Questo Blog continua a crescere...speriamo che qualcuno lo legga...


La Fays Production
Presenta:
Francesco Aarhus Miniserie
Parte 3 di 4 : Il segreto del mattoncino

76 giorno (Quinto a Aarhus)
22 ottobre 18.52


Posso vedervi, cari amici miei, girovagare lungo i paralleli più grandi, mentre qui, a latitudini più nordiche io mi accingo a narrarvi le mie avventure nella meravigliosa cornice di Aarhus. La città mi si svela piano mentre cammino senza meta nelle strade popolate da strane creature: i danesi, cugini più continentali dei miei compatrioti di adozione, possiedono particolari capacità.
Si sente che il vento caldo del sud qui spira più forte, perché i danesi sono molto più simili agli italiani di quanto i norvegesi possano mai essere. Sono molto più caciaroni, fanno un po’ di casino, specialmente i bambini più pieni di vita dei biondi soldatini nordici. Ma sono anche meno rispettosi delle regole e del codice della strada e, per quanto ho potuto vedere, meno gentili dei norvegesi e più menefregisti. Prestano anche meno attenzione all’ambiente, ma sono molto più attenti alle apparenze.
E, se mi permettete, le ragazze danesi sono sicuramente migliori di quelle norvegesi: non solo sono più carine, ma hanno più carattere e si vestono meglio.
E’ un peccato non poter stare qui abbastanza per poter approfondire la mia conoscenza di questo popolo che mi pare molto interessante.
Ma veniamo al racconto di questi due giorni.
Ieri, 21 ottobre, compleanno di Alessandra(auguri Ale!), e mio complemese (fra due mesi sarò ventunenne…paura!) ho realizzato uno dei sogni di quando avevo 5 anni.
Io e Fab la mattina ci siamo alzati presto, emergendo dalle coperte in un cielo leggermente cupo, che non lasciava presagire nulla di buono. Ma non sarebbe stato questo a scoraggiarmi, il mio sogno era più vicino che mai. Abbiamo preso il mitico autobus 11 per arrivare in centro. A piedi abbiamo lasciato il Radhus di Aarhus alle spalle (a detta dei danesi "architettura danese ai massimi livelli" anche se in realtà di giorno è proprio brutto, mentre di notte è perlomeno decente) e ci siamo diretti verso la stazione.
Qui abbiamo comprato i biglietti del treno e siamo andati ad aspettare sul binario 3. Erano circa le 10.06. Verso le 10.14 è arrivato un treno non per la nostra destinazione, ma dopo un po’ una parte di esso si è staccata lasciando due vagoni: quello era il nostro treno.
Così abbiamo attraversato le piatte campagne danesi cosparse di laghi sotto un cielo ancora cupo e dopo poco più di tre quarti d’ora siamo arrivati alla stazione di Vejle. Qui siamo andati al bus terminal per prendere il famigerato autobus 907X, il cui nome ci terrorizzava alquanto. Ma la sorpresa ad attenderci è che dobbiamo aspettare 40 minuti prima che arrivi.
Così, mentre stiamo consultando il tabellone degli orari, un tizio ci chiede: "Italiani?", noi annuiamo e lui: "Finalmente! Siete i primi italiani che incontro in 3 mesi!". Orgogliosi dell’onore ci fermiamo a parlare col tizio di cui non sappiamo il nome e scopriamo che il poverino sta facendo uno stage in un paesino di campagna della danimarca settentrionale dove non c’è nulla a parte le mucche.
Ci scambiamo le nostre impressioni sui danesi, poi è tempo per lui di andare a prendere il bus. Io e Fab aspettiamo ancora, poi usciamo e lui è lì: "Falso allarme" ci dice e così ci ritroviamo tutti insieme sul BusX che sembra essere uscito da un film sugli X-men. Chiacchieriamo un altro po’ mentre attraversiamo ala zona più collinare della danimarca. Lui ci dice di star andando a Amsterdam da un amico in Erasmus. Mitico Erasmus, solo tu riesci a far muovere gli italiani!
Dopo tre quarti d’ora di viaggio lui scende all’aereoporto di Billund e noi, dopo altri 5 minuti, arriviamo alla nostra meta e il mio sogno si realizza. Ora posso rivelarvelo. LEGOLAND! Ah, che meraviglia ritornare con la mente ai tempi fantastici quando con i mattoncini colorati costruivo le mie fantasie, dando vita a palazzi, shuttle, fuoristrada e robot…Distruggerli era triste (se non lo faceva Gabri prima), ma ricostruirli era ancora più bello…
Legoland ci accoglie con una vera cascata di mattoncini: con una banda di lego attraversiamo il portale del mondo magico. Prima tappa Miniland, con le ricostruzioni di lego di tutti i monumenti più famosi e di bellissimi panorami nordici. Ecco allora le città danesi, Bergen, la Statua della Libertà, templi giapponesi, anche l’aereoporto di Billund!
Girovaghiamo in un mondo di lego fantastico, dove tutto è costruito con una precisione e una fantasia sorprendente, fino ad arrivare al cinema 4D dove abbiamo visto un bel cartone animato: Lego Race 4D. Poi siamo andati in un castello di Lego e poi a Lego City, dove c’era un padiglione con una svendita di mattoncini. Io ho comprato un’arma Bionicle di gomma perfetta per il GdR, mentre Fabio una maschera da robot.
E lì è cominciato il vagar per il parco come Darth Fener, con Fabio che lasciava sconcertati i visitatori sensa fantasia! Giusto il tempo di un ultimo giro per rivedere le cose che ci sono piaciute di più e verso le cinque stavamo aspettando l’autobus per tornare a casa. Nel treno siamo ancora immersi nell’atmosfera giocosa e Aarhus ci sembra un po’ triste e "compatta".
Prima di tornare a casa siamo andati a mangiare una pizza da Pizza Hut (finalmente!). Era piccola! Molto più piccola di una italiana, ma non era male ed è stata una buona cena dopotutto. Siamo tornati a casa felici di aver passato una splendida giornata.
Stamattina invece siamo ritornati a Aros, il museo di arte moderna, per vedere le parti che ci mancavano. Per prima cosa abbiamo visto al mostra Fairy Tales Forever, dedicata ad Andersen per i 200 anni dalla nascita. Mi è piaciuta tantissimo, più di tutti mi hanno impressionato due cose: la prima consisteva in una sedia racchiusa in un cilindro fatto da centinaia di cornici di finestre vecchie alto sette metri. Il suo profondo significato mi ha compito: io vedevo lo scrittore seduto lì, su quella sedia che vedeva nella sua mente aprirsi finestre in altri mondi, in altri tempi e spazi, fino a che le idee lo riempivano e lo ubriacavano di storie…
La seconda opera consisteva in un uomo e una donna (costruito in stile iperrealistico) che camminavano mano nella mano verso il davanti, senza curarsi del fatto di avere un pianoforte sfasciato adosso e forbici e cacciaviti piantati nella carne. La donna addirittura ha mezza testa e una gamba staccate, ma loro continuano ad andare avanti, nonostante tutto. Molte altre opere mi sono piaciute, anzi tutte direi, tanto che non ho potuto fare a meno di comprare il catalogo!
L’ultimo piano sotterraneo del meraviglioso museo Aros è chiamato "i Nove Spazi" Si entra in un mondo nero illuminato da deboli luci con nove grandi sale simboleggianti i nove gironi dell’inferno dantesco, dove ci sono allestimenti di arte contemporanea. Purtroppo solo quattro dei nove spazi erano pieni perché il museo è ancora giovane.
In uno c’erano cinque schermi con immagini evocative, tipo riflessi del tramonto sull’acqua, neve che cade, bolle di tuffi…e ci si sentiva sprofondare in un’oceano cupo e infinito…
Il secondo spazio conteneva un enorme schermo con colori rossi che colpivano moltissimo, come una porta per l’inferno.
Un altro spazio conteneva una specie di testa umana su uno sfondo blu che gorgliava strani versi.
L’ultimo spazio era un salotto di una casa, in apparenza normale, ma che poi piano piano, secondo ciò che accadeva sul televisore, si animava: le lampade si accendevano, i tioli sui libri si illuminavano, il cielo fuori dal balcone cambiava, addirittura il muro si illuminava di stelle e perfino sul pavimento apparivano luci nel parqué! Meraviglioso!
Dopo questo viaggio in uno dei musei più belli che io abbia mai visto siamo tornati a casa. Poi il pomeriggio io sono uscito per un giro nel centro mentre Fab è rimasto a casa a studiare.
Anche ieri sono andato in giro, ripercorrendo la strada principale (la KJG di Aarhus) sono arrivato a un canale molto veneziano che mi ha condotto alla cattedrale e al teatro dell’opera veramente bello e suggestivo. Poi da lì sono tornato indietro fino all’Aros e alla Concert Hall dove non ho potuto fare a meno di entrare.
Oggi ho fatto lo stesso giro al contrario di giorno (ieri era by night) e sono arrivato al porto. Poi verso le 18.00 faceva troppo freddo e sono tornato a casa. Ora Fab sta cucinando del pesce con patate…mmm…buono…
Domani al vacanza Aarhusiana finirà e mi dispiacerà lasciare la Danimarca e Fabio che mi ha fatto divertire moltissimo in questi giorni! E non dite che mi dispiace solo per la cucina! Malelingue! Veramente non so come ringraziarlo e spero che venga a Oslo in modo che io possa ricambiare l’ospitalità! W Aarhus! W Fabio!