lunedì, novembre 28, 2005

Un Treno per Bergen - Osloan Miniserie - Parte 5 di 5: I sette gradini della saggezza


La Fays Production
Presenta:
Osloan Miniserie
Un treno per Bergen
Parte 5 di 5: I sette gradini della saggezza

105 giorno
20 novembre 15.52


La cioccolata riesce a mandare via il freddo dell’inverno…Nella piccola e dispersa stazione di Myrdal stiamo aspettando il treno per Oslo giocando con le mani come i bambini…Fuori nevica sulla neve già abbondante e il freddo sembra voler entrare in ogni cuore. La testa pulsa, stressata dal lungo cammino nella neve…Stamattina…

113 giorno
28 novembre 10.42

Questo è l’unico frammento ritrovato del diario del quinto giorno (e Frank Schatzing avrebbe qualcosa da dire approposito…). A causa di un mal di testa fortissimo non mi è stato permesso di scriverlo, e quello che avevo scritto appena tornato a casa è stato cancellato dal computer per qualche strano motivo noto soltanto a lui. Quindi ora, a 8 giorni di distanza (sigh) mi tocca riscriverlo ancora. Sarà forse meno ricco di particolari, ma spero andrà bene lo stesso!
Il 20 novembre, ultimo giorno della nostra vacanza a Flaam, ci siamo svegliati con un panorama sensazionale: durante la notte aveva nevicato e la coltre bianca ricopriva ogni cosa, inoltre il fiordo era invaso da nuvole basse che rendevano l’atmosfera davvero magica…
Abbiamo fatto un’altra meravigliosa colazione e poi fuori per una passeggiata e così abbiamo cominciato a lasciare le nostre maldestre impronte nella neve fresca. Abbiamo rifatto la passeggiata del giorno prima, ma questa volta non c’è stato il buio a fermarci e abbiamo deciso di andare avanti fin dove era possibile. E così abbiamo seguito la strada lungo il lungofiordo dove non c’era nessuno, poi siamo arrivati alla fine di Flaam e all’inizio di un altro paese, Aurland. Lì il sentiero è sparito e abbiamo cominciato a infiltrarci in mezzo ai vialetti delle belle casette che si riflettevano nel fiordo e poi da lì siamo risaliti sulla strada che una vera e propria selva di cespugli ghiacciati sembrava voler invadere.
Poi ad un certo punto il sentiero è scomparso dietro a una scogliera e l’unica alternativa era continuare sulla strada dove seppur passasse una macchina ogni cinque minuti sempre il pericoloso c’era.
Allora abbiamo fatto per tornare indietro, anche perché erano ormai svariati chilometri che camminavamo e a quel punto abbiamo visto un cartello che indicava un non meglio identificato monumento storico culturale verso una stradina che si inerpicava su per la montagna. Era possibile non salire? Così armati di coraggio abbiamo cominciato a risalire il fianco della montagna in una strada con una pendenza incredibile fino a che uno spettacolo incredibile ci si è parato dinanzi agli occhi. Otternes. Un paesino di case di legno tipiche norvegesi completamente disabitato.
Siamo entrati pieni di meraviglia: la neva ricopriva il legno vivo e il silenzio era impressionante. Le nuvole ci ricoprivano e avvolgevano montagna e fiordo, quasi che volessero cancellare il mondo. Passeggiamo nel paesino che sembrava fermo nel tempo: un rastrello infisso in un campo innevato mi ha riempito di una strana angoscia.
Siamo ridiscesi giù con l’impressione di aver profanato un luogo sacro.
Mentre passeggiavamo sulla strada del ritorno Laura ha detto: " Ti immagini quando saremo alla Luiss a lezione e io ti dirò: "Fra, ti ricordi quando stavamo passeggiando a Flaam e io ti ho detto: "Ti immagini quando saremo a lezione e…"
Siamo arrivati all’ostello mentre nella mia testa sentivo un lieve bussare, quasi che qualcuno stesse picchiettando per cercare di liberarsi da una prigione lignea…
Ci siamo cambiati i vestiti bagnati e abbiamo salutato il padrone e la padrona della pensione, poi via, verso il treno!
Lungo la strada abbiamo visto il cavallo che il giorno prima avremmo voluto mangiare in preda alla disperazione…
La Flaamsabana era lì che ci aspettava, quale minuto per salutare il paesello e poi via, il nuovo percorso meraviglioso tra montagne, fiordo, valli, cascate…Arrivati alla meravigliosa Kjosfossen, la cascata più spettacolare che abbia mai visto abbiamo sentito il peso del dover andare via e abbandonare quel posto non sapendo quando saremmo tornati…
Siamo arrivati a Myrdal dove dovevamo aspettare per due ore il treno e lì, nella piccola stazione, nella mia testa la porta si è spalancata e il diavoletto del mal di testa ha cominciato a suonare la batteria…
Mentre aspettavamo abbiamo giocato a tutti quei giochi stupidi che fanno i bambini durante la ricreazione, poi finalmente il treno è arrivato. Mentre stavamo facendo salire l’enorme valigia nella carrozza un ferroviere ci ha detto: "Have a nice trip!" noi l’abbiamo ringraziato senza pensarci, ma poi guardandolo meglio….Era il padrone della pensione! Sorpresa!
Laura ha cominciato a dire che sembrava uno di quei film dove il cattivo torna alla fine, ma orami il mio diavoletto si era scatenato usando tutte le sue arti arcane per distruggere la mia sanità mentale già ampiamente compromessa.
E lì, avvolgendomi la testa nella sciarpa (!!!) mi sono estraniato dal mondo e piombato in un’altra dimensione.
Su una roccia pungente emerse in un mare nero c’ero io, legato dalle catene dei ricordi, trafitto dalle lance delle emozioni, sferzato dalle frecce delle sensazioni, mentre la testa era chiusa nella morsa di una mano arcuata, nera come tutto il resto. Allora sapevo che dovevo liberarmi di ogni cosa per sopravvivere, per non essere sopraffatto da quell’attacco. Con una forza profonda ho spezzato le catene e lentamente ho estratto le lance, poi le ho usate per staccare la mano dalla testa e l’ho usata per parare le frecce. Allora ho visto la corda dei sogni e l’ho usata per risalire verso la luce lontana.
Sotto un cielo di stelle fredde mi sono trovato davanti ai sette gradini della saggezza. Sono salito facilmente sul primo, l’estraniamento dal corpo umano e la consapevolezza della fisicità dell’uomo. Poi il secondo, l’inserimento dell’uomo del contesto della biosfera terrestre. Con un po’ di difficoltà ho raggiunto il terzo, la visione della Terra nel suo complesso e la sua intrinseca fragilità. Non avevo paura, l’avevo gettata via insieme ad ogni sentimento, il mio cuore era vuoto.
Il quarto scalino è stato molto difficile e mi è occorso molto tempo a raggiungerlo, esso consiste nella visione complessiva dell’Universo, dell’infinita piccolezza della Terra e del suo invisibile ruolo nella dinamica totale.
Il mio Io era totalmente devastato quando mi sono avvicinato al quinto scalino, la comprensione delle quattro forze fondamentali e la loro vera natura corpuscolare, tanto che mentre stavo per arrivarci sono più volte ricaduto sul quarto, fino a che il treno è arrivato a Oslo e una voragine si è spalacata sotto di me facendomi ricadere con forza sullo scoglio nel mare nero, dove il diavoletto rideva sguaiatamente…
Ho avuto solo una fugace visione del sesto gradino, l’unione di tutte le forze e le leggi nella Legge del Tutto, e il settimo, la nuova compresione dell’essere umano nella visione complessiva dell’Universo e della sua storia. Neanche ho potuto accostare lo sguardo al Segreto alla fine della scala, solo un suo lontano eco è giunto alle mie orecchie, dicendomi che quello che stavo scoprendo era solo uno degli infiniti Universi…
Quando ho tolto la sciarpa eravamo ormai arrivati alla stazione di Oslo. Come in un limbo sono entrato nella metro e sono arrivato a Kringsja…ho avuto solo una confusa percezione della mia camera…nel letto…poi più nulla…buio…ancora…

Ore 11.58

E qui, in modo alquanto bizzarro finisce la vacanza a Bergen…E’ stata un’esperienza indimenticabile, questo l’aggettivo che più spesso è ricorso in questi giorni, ma mentre i ricordi vanno via le emozioni racchiuse nei sogni no…
Ma non è ancora finita…