mercoledì, agosto 31, 2005

Francesco Osloan Photo Collection #5


Inquietanti presenze nel ristorante Louise a Aker Brygge!

lunedì, agosto 29, 2005

Francesco Osloan Photo Collection #4

Un troll e un hobbit avvistati sulla collina di Holmenkollen (Oslo).

Francesco Osloan Network #2

Ecco la seconda strabiliante puntata del Francesco Osloan Network! Enjoy it!

La Fays Production
Presenta:
Francesco Osloan Network
Castaway in Oslo



2 giorno
9 agosto 2005 21.00 circa

Here we are again…No! Come potete vedere già mi risulta difficile parlare italiano! Ormai mi viene normale parlare inglese anche se faccio molti errori! In questa momento sono nella mia stanza a Kringsjå, la n.115 del building 18 e sto dando bella mostra di me a chiunque voglia vedermi. La mia camera è infatti a piano terra (qui è primo piano, non si conta piano terra) ed è senza tende con una finestra enorme quindi chiunque può passarvi di fronte e osservarmi come un macaco allo zoo, anzi no i macachi hanno le sbarre, diciamo allora come un varano.
Sono stanchissimo perché sono appena tornato da un lungo giro in città. E’ un altro mondo. Davvero. E’ tutto diverso da quello a cui sono abituato, anche comprare la cosa più stupida diventa difficile. Ma ci sono affinità, certo, anche se il clima da grande nord prevale. Oslo è decisamente più moderna di Roma, mi ricorda per la parte moderna Madrid e per quella antica Londra.
Ci sono così tante cose che ho scoperto sui norvegesi oggi che non riuscirei a scriverle tutte neanche se ci mettessi tutta la sera. Li ho osservati in tutti i loro spostamenti, cercando di capire come seno fatti, cosa pensano, come riescono a mangiare panini così disgustosi…
Stamattina ho lasciato il bad and breakfast molto presto, ho fatto colazione alle 8.00 e ho preso un taxi per venire qui. La tassista si è mossa a pietà vedendo la mia valigia: "che c’è qui dengtro, pietre?" ha chiesto e così mi ha accompagnato fino alle maledette scale sdrucciolevoli di cui vi ho parlato ieri. Sono arrivato alla reception dove c’era un’altra delle maledette file con i bigliettini che ci sono ovunque qui a Oslo, sono peggio di una infestazione di edera!
Mezzo chilo di pane di Napoleone…cioè sono un erasmus student ndò aggia scé? Mi dà tre chiavi e mi dice di andare a vedere le stanze. Prima chiave (mi sento tanto Sora di Kingdom Hearts!) Building 14 stanza non mi ricordo. Le stanze sono o singole con un bagno o due singole che dividono un bagno, come in questo caso. Nella stanza affianco c’era qualcuno ma non ho avuto il coraggio di bussare. Seconda chiave è la stanza che ho scelto. Terza chiave era una stanza al quarto piano con ascensore del building 26 ma era in alto anche se i tizi che c’erano da quanto ho visto in giro dovevano essere divertenti. Sono ritornato nella 18 per rivederla. La 14 era bella perché dava sul giardinone ma la cucina era vecchia e poi ho scoperto di più sul vicino di camera. Crazy! La camera era una singola con più persone che dormivano per terra e da come vestivano sembravano arabi!
Beh, risparmiandovi il seguito mi sono trasferito qui e pago 280 euro circa al mese (2250 NOK) tutto compreso, anche internet! Dove la trovi a Roma una stanza così? Comunque sono uscito alle 11.30 per andare alla universitetet. Cavoli! E’ ultramoderna, futuristica, con fontane e statue spaziali, negozi enormi, grattacieli, parchi! E’ HUGE!
Per trovare dove andare ci ho messo davvero tanto perché era tutto in norvegese, ma alla fine l’ho trovata: lei, ANNE! Sì, proprio colei che mi ha mandato le e-mail e che se n’è andata in vacanza gettandomi nel panico. E’ molto gentile e anche carina, è molto giovane, io mi immaginavo una più vecchia come le nostre, invece si è messa a mia totale disposizione e insieme abbiamo visto se ci fossero i corsi che devo seguire. Sorpresa! Su 3 c’è n’è solo uno e pare non ci sia molto con cui sostituirlo: solo corsi da 20 crediti o a livello master dove io non ci capirei nulla. Ancora ora non so cosa fare perché anche i bastardi della Luiss hanno cambiato tutto perciò…boh?
Comunque dopo essere stato circa 2 ore con Anne sono andato a mangiare un hot-dog (il meglio che ho saputo trovare) e sono andato in centro. Beh, di questo vi parlerò meglio i prossimi giorni per ora la mia situazione è:non ho il carivabatterie del cell e a Oslo non esiste quindi spero che me lo porti Graziana. Non ho il riduttore per le prese ma spero che lo porti Graziana se no sono cavoli. Il mio cell è quasi scarico…Insomma non so bene come fare, intanto qui sta per fare buio, qui fa buio molto tardi, e spero allora di potermi svestire…altrimenti dormirò svestito: non voglio che tutti mi vedano in pigiama! Che figura! Almeno le tende le potevano mettere! Bah…Ora vi saluto sono stanco…a domani…

domenica, agosto 28, 2005

Francesco Osloan Photo Collection #3


Il celebre monolito di Vigeland visto attraverso il "Cancello degli uomini"

sabato, agosto 27, 2005

Francesco Osloan Network

Per tutti quelli che se lo fossero perso, per tutti quelli che ci vogliono ancora sghignazzare sopra ecco la prima puntata del Francesco Osloan Network!


La Fays Production
Presenta:
Francesco Osloan Network
Castaway in Oslo

1 giorno
8 agosto 2005 ore 19.51

Cari amici che leggerete queste pagine, non so effettivamente quando le leggerete perché qui a Oslo non si usano le prese come in Italia (amara sorpresa) e il mio computer, che avrebbe dovuto avere autonomia per 15 minuti, ha tirato le cuoia dopo 2 minuti, lasciandomi nel baratro della cultura chirografica.
Ora, a meno che questo diario non decida di abbandonarmi pure lui (ma non lo farà: lo tengo stretto), vi racconto ciò che vi sembrerà uno dei miei soliti romanzi, ma non lo è. E’ realtà. Purtroppo. Meno male che c’è il lieto fine!
Tutto è cominciato questa mattina, quando, dopo varie traversie che non sto qui ad elencare perché non sono niente rispetto a ciò che segue, alle 11.40 mi sono imbarcato al gate B19 di Fiumicino per arrivare a Oslo. Al freddo e al gelo! Macché, qua fa caldo come a Roma (più o meno).
Comunque dopo un viaggio nel peggior posto dell’aereo (corridoio vicino all’ala) sono arrivato puntualissimo all’aereoporto di Oslo (ore 15.35), da lì dovevo arrivare a Kringsjå, il college dove devo alloggiare e per far ciò occorreva 1 prendere il trenino per la Oslo central station che furbescamente non si chiama così sui cartelli ma con un nome impronunciabile 2 prendere la subway n.3 per arrivare a Kringsjå. Ma su tutto ciò incombeva un’ombra: le 17.00, un orario che non dimenticherò più: a quell’ora tutto sembra arrestarsi e la reception chiude.
Allora ho fatto una corsa sovrumana per arrivare al trenino. L’ho preso. E’ partito alle 16.06 e mi ha mostrato panorami magnifici e fiumi azzurri più del cielo. Dopo 20 minuti siamo arrivati alla stazione e lì per fortuna i cartelli erano più comprensibili e così sono arrivato alla metro. Sorpresa! Non c’è un binario per ogni linea, ma arrivano tutte sulla stessa puntualissime (max un minuto di ritardo).
Alle 16.46 ho preso la metro e alle 17.01 ero alla stazione di Kringsjå. Lì ho faticato come un dannato per portare giù le valigie per delle scale di acciottolato scivolose per la pioggia (!!!) dove ho bestemmiato in gaelico antico. Dovete sapere, infatti, che io avevo una valigiona di una grandezza sovrumana, il mio zaino di Mary Poppins stracolmo, la borsa pesante del computer e il marsupio.
Arrivo alla reception. E’ chiusa. Sono le 17.10. Urlo. Intorno a me non c’è nessuno, nessuno accoglie la mia disperazione. Affianco c’è una porta aperta. Entro. Un operaio sta lavorando con la musica a palla nella orecchie. Ottenuta la sua attenzione gli vomito la mia disperazione addosso e lui mi dice che lì non c’è più nessuno. Ma cazzo! Sono le 17.10! Se l’ufficio chiude alle 17.00 questi il tempo per prepararsi e uscire…10 minuti ci mettono, no? Esco. Non c’è nessuno. Poi un ragazzo! Mi fiondo addosso a lui come Babbo Natale addobbato a festa e gli chiedo informazioni. Mi dice che è naturale che sia chiuso tutto: sono le 17.12! Ma dannazione vorrei gridare io! Gli chiedo se c’è qualcuno con cui parlare. No dice lui. Gli chiedo un posto dove andare a dormire. Boh dice lui. Dopo 10 minuti di silenzio imbarazzato mi chiede se voglio dormire nella sua cucina. Mi piacerebbe dirgli di sì ma mi sembra una domanda retorica così declino l’invito. Alla fine mi dice di chiamarsi qualcosa con la M., io gli dico il mio nome e lo saluto.
Morale della favola ritorno alla metro. Kringsjå è fuori Oslo. Non c’è niente intorno, quindi non ho altra scelta. Sconcertantemente due ragazzini sui 14 anni mi chiedono come si usa la macchinetta per i biglietti in norvegese. Gli dico che non so il norvegese e me lo ripetono in inglese. Gli stavo per ridere in faccia, una risata isterica, liberatoria, invece gli dico che non lo so. Forse stavano scappando da casa…
Prendo la metro. Torno alla stazione centrale e cerco l’ufficio informazioni. La stazione pullula di italiani disperati. Sono sconvolto. Arrivo all’ufficio informazioni dove c’è una fila con i numerini come dal fornaio. Io sono il numero 621 (un numero fortunato in una giornata di merda). Arriva il mio turno e mi accoglie la copia dell’assistente biondo di Pellicani. Una pagnotta per favor…no scusi mi sa indicare un ponte dove dormire? Il tizio sembra non sapere dove si trova, dopo 2000 minutimi dà il nome di un posto, io provo a chiamare ma non mi rispondono, intanto lui mi continua a riempire di depliant. Ma dove li ficco che sono pieno come un uovo di struzzo siberiano? Nel BIP!!! Chiedo alla collega e mi dice di andare in quel posto senza problemi, non capisco se mi abbia mandato affanculo o cosa ma me ne vado.
Vado a fare il biglietto e aspetto un’altra fila di bigliettini. Due baguettes…cioè no, un biglietto per sto posto qua. Mi dà il biglietto. Binario 7. Vado. Aspetto. Arriva il treno con un controllore che sembrava un misto di Polar Express e Harry Potter. Arrivo nella stazione dimenticata da dio. Salgo dozzine di scale con le lacrime agli occhi maledicendo la Norvegia, l’Erasmus, La valigia, il mondo, l’universo e cose così. Sono intanto le 19.00. Mi avvio lungo la strada indicata dalla mappa. Un bivio: una strada a sinistra in salita e una a destra in discesa. Non soffermandomi sui possibili caratteri politico-metafisici della cosa vado a sinistra continuando a bestemmiare e quasi piangendo. In cima alla salita mi accorgo di essermi perso. Urlo.
Fermo una macchina e gli dico che dovrei andare in questo posto. Il tizio gentilissimo insieme ad un bambino di cui non ho ancora capito il sesso mi dà un passaggio. Scopro che il posto era lontanissimo. Per fortuna il tizio non era uno stupratore del bosco. Mi chiede un po’ di tutto, io nicchio, insomma arriviamo all’ostello. Lo ringrazio come se fosse un angelo e entro nel complesso.
Alla reception mi fanno firmare i moduli mentre un uccelo rimasto intrappolato svolazza qua e là per la hall. Mi danno la mia chiave. Stanza 203. Secondo piano. Apro la porta. 1 rampa di scale. E’ l’ultimo sforzo mi dico, dai che ce la fai! Arrivo nella stanza. Butto tutto e finalmente vado in bagno (l’ultima volta alle 10.00 di questa mattina) sono le 19.30. Mi butto in camera distrutto. Chiamo a casa, poi scrivo queste pagine. Ora mangerò il panino, poi leggerò HP 6, poi a nanna. Domani mattina proverò a tornare a Kringsjå, ma questa volta in taxi. A presto per le novità, baci Francesco a pezzi…(ore 20.26)

Ore non so tipo 21.35

Aggiornamenti.
Non poteva finire tutto in pace, no? Infatti poco fa mi ha chiamato Graziana per sapere le novità e le ho vomitato la mia disavventura addosso (sì anche a lei, ok?) poi mi sono accorto che ho lasciato il carica batterie del cell a casa e tra l’altro non ho più soldi. Decido di mettermi al letto, vado per chiudere la finestra che era aperta e una cascata di acqua mi investe come un fiume in piena bagnando il pigiama, la poltrona, i vestiti per domani, la sedia, il pavimento. Ora sono abbarbicato sul letto. Sotto di me il lago. Fra un po’ la valigia si tarsformerà in un’arca di Noè per gli scarafaggi. Ragazzi che avventura…

22.15

Questa giornata sembra non voler finire più. Stavo cercando di addormentarmi ( più per non pensare più a niente che per sonno) quando ha cominciato a suonare l’allarme antincendio e sono dovuto correre giù in pigiama…santo cielo…spero di riuscire a dormire ora…buonanotte!
PS le acque si stanno ritraendo…

L'altro mondo

Sono cose dell'altro mondo. Mentre si naviga tranquilli tra le tempeste dell'avvenire e con sprezzo del pericolo si cazza la randa e si lasca il pappafico, ecco che una nuova terra di piazza presuntuosa sull'orizzonte e le urla della vedetta cominciano a martellare i timpani. Come i prodi vichinghi scopriro il nuovo mondo senza rendersene conto, così voi, mirabili avventurieri, siete sbarcati in una nuova dimensione della follia. Buona esplorazione.