mercoledì, novembre 30, 2005

Francesco Osloan Photo Collection #40 e 41bis



Oslo si trasforma per Natale nell'Oslo Light Festival: sul piazzale della stazione centrale un trampolino per le gare si salto con gli sci e con lo snowboard, copia in piccolo di quello enorme dull'Holmenkollen, e il lago dello Stortinget si trasforma in una pista da pattinaggio sul ghiaccio.

Caro Lago (centesimo post)

Cari amici, per festeggiare il centesimo post di questo blog, vi dono una poesia che ho composto in questi giorni di fine Erasmus. Spero che vi piaccia. E' dedicata ad un luogo che ormai tutti conoscete bene.

Caro Lago

Nel tuo sguardo il cuore profondo
Di una terra ferita dal mare freddo,
Drammatici fiordi tuoi antenati,
Regalano rocce per tagliare il tempo.
Che sia la repentina luce arancione,
O il dimenticato splendore argenteo,
Nei riflessi posso leggere storie,
Lunghe quanto un respiro del cielo.
Nelle tenebre dell’abbandono
E nelle lacrime dell’abbraccio,
Nel silenzio tumultuoso dell’animo
E nel riso di un nuovo cammino,
Hai raccolto i miei racconti,
Senza mai essere sfondo ritagliato,
Ma il protagonista più applaudito,
Ultimo amore di ogni viaggio.
Mi hai mostrato un unico rispetto,
Mi hai accolto come un amico vero,
Allo stesso modo mi lascerai andare,
E io ti donerò parole e una promessa:
Verrà il giorno in cui il mio sentiero,
Passerà ancora lungo le tue sponde,
Saremo di nuovo un essere solo,
Perché mai la memoria, ti lascerà andare.

martedì, novembre 29, 2005

Francesco Osloan Network #25


La Fays Production
Presenta:
Francesco Osloan Network
Castaway in Oslo
114 giorno
29 novembre 12.13


Un mese fa a quest’ora ero in volo verso l’Italia. E volevo davvero tornare a casa, avevo bisogno di vedere Roma, di stare con i miei genitori, di chiacchierare con mio fratello e mia sorella e di uscire con i miei amici. Ora invece so che fra un mese esatto sarò di nuovo sull’aereo in volo verso Roma, ma che non ci sarà un ritorno imminente. Niente più Oslo Gardemoen, Flytoget, T-Bane 3 Sognsvann. Nessuna voce che dice neste stajon Kringsja.
Laura ha saputo che andrà via il 12 dicembre…cioè ora. Io sono stato il primo ad arrivare a Oslo e sarò l’ultimo ad andare, a consegnare la chiave della mia stanza alla reception sapendo che non la aprirò più.
Dopo tutto questo tempo come sarà ritornare a Roma, aspettare l’autobus senza un orario e senza la confortevole voce norvegese, andare a lezione e ricordarsi dei panorami innevati, cercare le stelle di notte e non trovarle?
Stare qui mi ha cambiato, e ciò era inevitabile, mi ha fatto capire molte cose e ne ha confermate altre, mi ha dato una visione del mondo nuova e mi ha riempito il cuore di forti emozioni. Una parte di me vorrebbe restare qui per sempre e probabilmente lo farà, un’altra vuole tornare ad assaporare il calore del pane abbrustolito sul caminetto di casa…
Ma ora non voglio continuare con questi lacrimevoli piagnistei, non è ancora tempo, meglio godere questo mese al meglio apprezzando ciò che questa terra incredibile può donarmi.
È tempo di raccontarvi qualche "fatteriello" del dopo Bergen.
Giovedì pomeriggio sono uscito a fare un giro in centro per comprare un libro perché ormai ero a secco. Oslo stava cambiando, come una farfalla che sta abbandonando la crisalide. Le decorazioni natalizie sbocciavano ovunque, e qualcosa cominciava a formarsi davanti alla stazione…
Poi alle 16.45 eccomi davanti al cinema Colosseum dove un trionfale allestimento con castello e personaggi volanti celebrava proprio il film che mi accingevo a vedere: Harry Potter and the Goblet of Fire. Ora visto che gran parte dei lettori di questo diario sono fervidi potteriani ecco una microrecensione che siete liberi di saltare.

Le cose che mi sono piaciute di questo film:
Impatto visivo bello, bella la nave e la carrozza così così.
Personaggio rivelazione: Neville Paciock, veramente bravo.
Hermione Granger al ballo è qualcosa di sconcertante, la amo.
Belle in generale le prove, magnifici i draghetti.
Fatto bene Victor Krum e anche Madame Maxime interessante.
La scena in cui Fred e George cercano di mettere i nomi nel Calice di Fuoco.
La scena della lezione di Malocchio carina.
La parte con Mirtilla Malcontenta è bellissima!

Le cose che non mi sono piaciute:
Troppi tagli, potevano allungare il film di mezzora io ero più contento.
La prima parte della coppa del mondo di quiddich è orrenda, tra l’altro in questo film non c’è nemmeno una partita di quidditch.
L’incendio delle tende è stucchevole e vergognoso.
Voldemort è fatto male, il personaggio è poco credibile.
Non c’è mai il sole in questo film! E che è!
Fleur Delacour sembra un’idiota per tutto il film.
Una domanda: dov’è finito Colin, il piccolo fotografo? Per me era un personaggio da recuperare.
Ah quasi dimenticavo: Rita Skeeter è orripilante, ha un ruolo invisibile ed è inutile.
Il finale è brutto brutto brutto.

Le cose che ho odiato fin nel midollo:
La "simil-Madonna" che piange quando Neville è triste è da prendere il regista a calci in faccia.
Silente in questo film sembra un pazzo nevrotico.

Comunque quando è morto Cedric tutto il cinema era in lacrime…le mie amiche stavano con i fazzoletti e vabbè.

Ritornando al diario…Al cinema sono andato con Liisa, la mia amica estone, e con Sabina, una ragazza rumena. Poi le ho invitate a cena da me e insieme a Laura, Gra e Fred ho preparato il trittico di spaghetti. Laura ha fatto una pasta con salmone e zucchine buonissima, io ho esclamato: "Laura, questa pasta è un miracolo!".
Venerdì è arrivata Steffi, l’amica tedesca di Graziana e la sera siamo andati a una festa alla facoltà di medicina dove i norvegesi hanno dato il peggio di sé stessi.
Sabato c’era l’Oslo Light Festival: venivano accese per la prima volta le illuminazioni nella città, gli alberi di Natale e poi vicino Stortinget apriva il lago di ghiaccio con uno spettacolo di pattinaggio, ma il meglio era davanti alla stazione centrale: un trampolino da sci che ricopiava quello enorme di Holmenkollen dove c’era una gara salto con snowboard e sci davvero emozionante. La cosa divertente è stata che alle prove tutti quelli con lo snowboard facevano salti bellissimi ma poi non sapevano atterrare. Alla fine uno è riuscito in un salto e atterraggio spettacolare tanto da suscitare un applauso, si è tolto il bardamento e…era una ragazza! Tra l’altro molto bella! Shock!
Sabato sera invece è stata la volta di andare a cena da Osvaldo, il cugino di un amico di mio padre, che si è scoperto residente a Oslo. Una persona simpatica e disponibile che mi ha offerto una buonissima cena dove tra l’altro c’era una mozzarella campana che io ho trattato come un tesoro…
Ancora più incredibile la figlia dodicenne che parla un inglese perfetto ma non l’italiano, questa bambina sprint vola ormai in aereo da sola per tratte tipo Manila-Oslo e cose del genere! Canta nel coro di Oslo, ha cantato con grandi artisti, ma lei la prende come una cosa normale…
Ho visto ben tre finali televisive: quella dello Zecchino d’Oro che mi ha lasciato scioccato per lo squallore, poi Ballando con le Stelle..e vabbè…e infine lo Junior Eurovision Music Contest una cosa che mi ha lasciato sconvolto.
In pratica in varie nazioni europee (Italia no) si tiene un concorso canoro per giovani fino a 16 anni con canzoni serie e belle (altro che Zecchino d’Oro, anzi questo è meglio pure del Festival di Sanremo), alla fine c’è un vincitore nazionale che va a sfidare tutti gli altri europei e poi c’è un vincitore europeo. Ma ai vincitori nazionali vanno grandi onori: concerti a raffica e intreviste, speciali televisivi, c’erano ragazzini di 14 anni pazzi per la vincitrice norvegese che ne ha 8!
Comunque alla fine ha vinto la Biellorussia con la Spagna al secondo posto e la Norvegia al terzo! Comunque tutti i ragazzini erano veramente bravi e col fatto che comunque i testi non si capivano quello che contava era la musicalità e l’interpretazione. Molto bello.
Non si è capito perché non lo facciano in Italia, forse perché non si danno possibilità artistiche ai giovani e si tagliano i fondi alla cultura…Per questo la gente è costretta a finire ad Amici…brrrr
La figlia dodicenne con l’amichetta erano in delirio, ma un delirio composto, norvegese, non quello che avrebbe inscenato mia sorella…
Sono tornato col taxi molto tardi dopo aver bevuto un po’ di buon vino…
Domenica sono rimasto a casa a studiare e anche ieri, lunedì, tranne una piccola passeggiata al lago con la neve…bellissimo! Poi ieri sera scherma! Un po’ di sorprese: prima di tutto ora sono nel corso advanced e quindi ho diritto agli allenamenti del mercoledì! Ieri ho combattuto di nuovo con la spada elettrica, ma per una bizzarra ragione la mia non funzionava…sigh…poi per fortuna me l’hanno prestata e ho fatto un combattimento assurdo con uno che faceva dei zompi e delle mosse allucinanti, da cartone animato!
Sono tornato davvero stanchissimo…
Stamattina siamo andati, si spera per l’ultima volta, a Blindern all’alba, anzi prima visto che era scuro, per l’ultimo seminario di Media nel quale dovevamo parlare per 10 minuti della nostra tesina e il prof doveva dirci se andava bene o no. Beh è stato sconcertante perché quasi tutte le tesine sono di una noia mortale e copiano i libri pari pari, le uniche che si salvano sono quella della canadese, sulle differenze di MTV nelle varie nazioni, quella di Laura, sull’influenza della Pay-TV nel vivere l’evento sportivo e la mia, modestamente, sulla Blogosfera Cinese. Le altre erano la regolamentazione della TV, l’industria cinematografica norvegese e poi una che non si è capito di che parla…
Ma la cosa davvero sconcertante è stata che i prof dopo che noi abbiamo esposto la tesina si sono limitati a dire "interesting" e basta!!! Nulla è cambiato rispetto all’ultima volta che ne abbiamo parlato!!! VERGOGNOSO! Liisa mi ha detto che a Media ci sono sempre sti due prof per gli esami in inglese il che mi ha fatto perdere la voglia di fare la specialistica in Norvegia…
E ora…ora il sole splende…il tempo scivola via peggio di me sul ghiaccio…l’Erasmus sta finendo e io ancora non me ne rendo conto…Oslo…il lago…………il pranzo…

lunedì, novembre 28, 2005

Un Treno per Bergen - Osloan Miniserie - Epilogo


La Fays Production
Presenta:
Osloan Miniserie
Un treno per Bergen
Epilogo

113 giorno
28 novembre 12.36


Per concludere ecco uno stralcio di conversazione avvenuta qualche giorno fa…

Laura: "Sai Fra, in questi giorni sto ripensando troppo al tizio che incontravamo sempre…"
Francesco: "Quello della pensione?"
Laura: "Sì, secondo me è Babbo Natale…"

E con un ultima foto i fantastici quattro vi salutano…

Bergen Photo Collection #5

























Un Treno per Bergen - Osloan Miniserie - Parte 5 di 5: I sette gradini della saggezza


La Fays Production
Presenta:
Osloan Miniserie
Un treno per Bergen
Parte 5 di 5: I sette gradini della saggezza

105 giorno
20 novembre 15.52


La cioccolata riesce a mandare via il freddo dell’inverno…Nella piccola e dispersa stazione di Myrdal stiamo aspettando il treno per Oslo giocando con le mani come i bambini…Fuori nevica sulla neve già abbondante e il freddo sembra voler entrare in ogni cuore. La testa pulsa, stressata dal lungo cammino nella neve…Stamattina…

113 giorno
28 novembre 10.42

Questo è l’unico frammento ritrovato del diario del quinto giorno (e Frank Schatzing avrebbe qualcosa da dire approposito…). A causa di un mal di testa fortissimo non mi è stato permesso di scriverlo, e quello che avevo scritto appena tornato a casa è stato cancellato dal computer per qualche strano motivo noto soltanto a lui. Quindi ora, a 8 giorni di distanza (sigh) mi tocca riscriverlo ancora. Sarà forse meno ricco di particolari, ma spero andrà bene lo stesso!
Il 20 novembre, ultimo giorno della nostra vacanza a Flaam, ci siamo svegliati con un panorama sensazionale: durante la notte aveva nevicato e la coltre bianca ricopriva ogni cosa, inoltre il fiordo era invaso da nuvole basse che rendevano l’atmosfera davvero magica…
Abbiamo fatto un’altra meravigliosa colazione e poi fuori per una passeggiata e così abbiamo cominciato a lasciare le nostre maldestre impronte nella neve fresca. Abbiamo rifatto la passeggiata del giorno prima, ma questa volta non c’è stato il buio a fermarci e abbiamo deciso di andare avanti fin dove era possibile. E così abbiamo seguito la strada lungo il lungofiordo dove non c’era nessuno, poi siamo arrivati alla fine di Flaam e all’inizio di un altro paese, Aurland. Lì il sentiero è sparito e abbiamo cominciato a infiltrarci in mezzo ai vialetti delle belle casette che si riflettevano nel fiordo e poi da lì siamo risaliti sulla strada che una vera e propria selva di cespugli ghiacciati sembrava voler invadere.
Poi ad un certo punto il sentiero è scomparso dietro a una scogliera e l’unica alternativa era continuare sulla strada dove seppur passasse una macchina ogni cinque minuti sempre il pericoloso c’era.
Allora abbiamo fatto per tornare indietro, anche perché erano ormai svariati chilometri che camminavamo e a quel punto abbiamo visto un cartello che indicava un non meglio identificato monumento storico culturale verso una stradina che si inerpicava su per la montagna. Era possibile non salire? Così armati di coraggio abbiamo cominciato a risalire il fianco della montagna in una strada con una pendenza incredibile fino a che uno spettacolo incredibile ci si è parato dinanzi agli occhi. Otternes. Un paesino di case di legno tipiche norvegesi completamente disabitato.
Siamo entrati pieni di meraviglia: la neva ricopriva il legno vivo e il silenzio era impressionante. Le nuvole ci ricoprivano e avvolgevano montagna e fiordo, quasi che volessero cancellare il mondo. Passeggiamo nel paesino che sembrava fermo nel tempo: un rastrello infisso in un campo innevato mi ha riempito di una strana angoscia.
Siamo ridiscesi giù con l’impressione di aver profanato un luogo sacro.
Mentre passeggiavamo sulla strada del ritorno Laura ha detto: " Ti immagini quando saremo alla Luiss a lezione e io ti dirò: "Fra, ti ricordi quando stavamo passeggiando a Flaam e io ti ho detto: "Ti immagini quando saremo a lezione e…"
Siamo arrivati all’ostello mentre nella mia testa sentivo un lieve bussare, quasi che qualcuno stesse picchiettando per cercare di liberarsi da una prigione lignea…
Ci siamo cambiati i vestiti bagnati e abbiamo salutato il padrone e la padrona della pensione, poi via, verso il treno!
Lungo la strada abbiamo visto il cavallo che il giorno prima avremmo voluto mangiare in preda alla disperazione…
La Flaamsabana era lì che ci aspettava, quale minuto per salutare il paesello e poi via, il nuovo percorso meraviglioso tra montagne, fiordo, valli, cascate…Arrivati alla meravigliosa Kjosfossen, la cascata più spettacolare che abbia mai visto abbiamo sentito il peso del dover andare via e abbandonare quel posto non sapendo quando saremmo tornati…
Siamo arrivati a Myrdal dove dovevamo aspettare per due ore il treno e lì, nella piccola stazione, nella mia testa la porta si è spalancata e il diavoletto del mal di testa ha cominciato a suonare la batteria…
Mentre aspettavamo abbiamo giocato a tutti quei giochi stupidi che fanno i bambini durante la ricreazione, poi finalmente il treno è arrivato. Mentre stavamo facendo salire l’enorme valigia nella carrozza un ferroviere ci ha detto: "Have a nice trip!" noi l’abbiamo ringraziato senza pensarci, ma poi guardandolo meglio….Era il padrone della pensione! Sorpresa!
Laura ha cominciato a dire che sembrava uno di quei film dove il cattivo torna alla fine, ma orami il mio diavoletto si era scatenato usando tutte le sue arti arcane per distruggere la mia sanità mentale già ampiamente compromessa.
E lì, avvolgendomi la testa nella sciarpa (!!!) mi sono estraniato dal mondo e piombato in un’altra dimensione.
Su una roccia pungente emerse in un mare nero c’ero io, legato dalle catene dei ricordi, trafitto dalle lance delle emozioni, sferzato dalle frecce delle sensazioni, mentre la testa era chiusa nella morsa di una mano arcuata, nera come tutto il resto. Allora sapevo che dovevo liberarmi di ogni cosa per sopravvivere, per non essere sopraffatto da quell’attacco. Con una forza profonda ho spezzato le catene e lentamente ho estratto le lance, poi le ho usate per staccare la mano dalla testa e l’ho usata per parare le frecce. Allora ho visto la corda dei sogni e l’ho usata per risalire verso la luce lontana.
Sotto un cielo di stelle fredde mi sono trovato davanti ai sette gradini della saggezza. Sono salito facilmente sul primo, l’estraniamento dal corpo umano e la consapevolezza della fisicità dell’uomo. Poi il secondo, l’inserimento dell’uomo del contesto della biosfera terrestre. Con un po’ di difficoltà ho raggiunto il terzo, la visione della Terra nel suo complesso e la sua intrinseca fragilità. Non avevo paura, l’avevo gettata via insieme ad ogni sentimento, il mio cuore era vuoto.
Il quarto scalino è stato molto difficile e mi è occorso molto tempo a raggiungerlo, esso consiste nella visione complessiva dell’Universo, dell’infinita piccolezza della Terra e del suo invisibile ruolo nella dinamica totale.
Il mio Io era totalmente devastato quando mi sono avvicinato al quinto scalino, la comprensione delle quattro forze fondamentali e la loro vera natura corpuscolare, tanto che mentre stavo per arrivarci sono più volte ricaduto sul quarto, fino a che il treno è arrivato a Oslo e una voragine si è spalacata sotto di me facendomi ricadere con forza sullo scoglio nel mare nero, dove il diavoletto rideva sguaiatamente…
Ho avuto solo una fugace visione del sesto gradino, l’unione di tutte le forze e le leggi nella Legge del Tutto, e il settimo, la nuova compresione dell’essere umano nella visione complessiva dell’Universo e della sua storia. Neanche ho potuto accostare lo sguardo al Segreto alla fine della scala, solo un suo lontano eco è giunto alle mie orecchie, dicendomi che quello che stavo scoprendo era solo uno degli infiniti Universi…
Quando ho tolto la sciarpa eravamo ormai arrivati alla stazione di Oslo. Come in un limbo sono entrato nella metro e sono arrivato a Kringsja…ho avuto solo una confusa percezione della mia camera…nel letto…poi più nulla…buio…ancora…

Ore 11.58

E qui, in modo alquanto bizzarro finisce la vacanza a Bergen…E’ stata un’esperienza indimenticabile, questo l’aggettivo che più spesso è ricorso in questi giorni, ma mentre i ricordi vanno via le emozioni racchiuse nei sogni no…
Ma non è ancora finita…

domenica, novembre 27, 2005

Bergen Photo Collection #4




























Fiordo vicino Bergen. Paesaggio vicino Myrdal. La stazione di Myrdal. La favolosa cascata Kyosfossen. Dalla mia finestra a Flaam. La valle di Flaam vista dalla Flaamsbana.

giovedì, novembre 24, 2005

Un Treno per Bergen - Osloan Miniserie - Parte 4 di 5: Noi, il fiordo…e basta…


La Fays Production
Presenta:
Osloan Miniserie
Un treno per Bergen
Parte 4 di 5: Noi, il fiordo…e basta…

104 giorno
19 novembre 17.09


Le montagne attraversate da cascate gelate si riflettono perfettamente nella superficie immobile del fiordo più grande della Norvegia…Il silenzio è pressocché totale, l’aria purissima e il cielo pieno di nuvole pacifiche…Questo è il paesaggio idilliaco di Flaam, un’emozione così profonda che è quasi blasfemo tentare di descriverla.
Questa mattina ultima faraonica colazione nel Montana Youth Hostel. Il proprietario ci ha sgamati mentre facevamo i panini, ma alla fine non ci ha più detto niente, siamo solo poveri studenti!
Abbiamo lascaito l’ostello in compagnia di Ben e con lui siamo scesi fino alla stazione dove il nostro prode treno ci stava aspettando e così abbiamo lasciato Bergen con un po’ di malinconia, ma sapendo che ci aspettava un’altra avventura. Noi siamo scesi a Myrdal mentre Ben ha continuato per Oslo dove prenderà l’aereo per le isole Lofoten. Beato lui.
Ci immaginavamo Myrdal come una grande città, invece è un minuscolo villaggio immerso in montagne alte e innevate e laghi di ghiaccio. I panorami sempre indescrivibili che ci hanno accompagnato lungo la strada ci sono rivelati in tutto il loro splendore quando da Myrdal abbiamo preso la Flaamsbana, a detta di molti il più bel tratto ferroviario del mondo. In effetti le valli e le montagne che abbiamo attraversato sono di una bellezza incantevole, addirittura il treno fa una fermata davanti a una cascata in una montagna coperta di ghiaccio intagliato dalla natura nelle forme più paradossali, quasi a formare una foresta. Laura ha detto di non aver mai visto un posto più bello.
Piccola nota comica: la voce del treno diceva da quale lato del treno si aveva il panorama migliore e ogni volta tutta la gente del treno si spostava da un lato all’altro quasi in contemporanea! Ah, questi turisti!
In un viaggio che davvero non finiva mai di sorprendere, saranno le foto a parlare per noi, siamo arrivati a Flaam, il paese alla fine del fiordo, veramente bellissimo. L’ostello è meraviglioso, abbiamo due stanze con bagno in camera e vista mozzafiato sul fiordo, credo che siamo gli unici clienti e 4 dei 10 turisti di Flaam in questa stagione. Ma il tempo è stato straordinario, abbiamo beccato tre dei pochi giorni di sole di Bergen e anche qui è bello!
Sono molto contento di questa vacanza in ogni suo aspetto: luoghi, tempo, persone…Sono così contento e vorrei che tutte le persone a cui voglio bene potessero vedere questi posti, sperando che nel futuro la follia dell’uomo non riesca a distruggere questa meraviglia. Non ho mai visto riflessi così perfetti sull’acqua, uno specchio…
Ora sono solo le 5.30, ma fuori è nerissimo e fra un po’ usciamo di nuovo perché dobbiamo anche trovare un posto dove cenare…ma anche di notte la magia della Norvegia non smette di funzionare…

Ore 22.44

C’è vita su Flaam? Questa la domanda che ci echeggia in mente mentre passeggiamo per le strade deserte. E’ tutto chiuso. Tutto buio. Il fiordo e le montagne sono completamente nere. Le case sprangate, il silenzio assoluto. Una città fantasma. Vecchio West. Manca solo il classico cespuglio che rotola nel vento. Il problema è che non c’è nemmeno vento.
Andiamo di ristorante in ristorante per cenare. Tutto chiuso. E’ sabato sera. Qui l’aria è così pura che questi manco la febbre buona si beccano. Mentre vaghiamo arriviamo ad un hotel di lusso tutto illuminato. Entriamo e c’è un ristorante, chiediamo di mangiare, ma la cucina è chiusa ci dicono.ì. E noi: "Ma è tutto chiuso qui!" "E’ Flaam!" ci risponde…Bene. Fred non aveva neanche pranzato ed era sul punto di collassare, avevamo tanta fame che guardavamo con aria famelica le radici e i ghiaccioli per strada. La vista di un cavallo ci ha mandati in delirio.
Poi Fred vede una luce, ci fiondiamo ed ecco un bar con una tizia. Bussiamo alla finestra, lei viene e le chiediamo di mangiare. Ci dice: "Ho solo delle mini pizze" e Fred: "Va bene!" "Ci vuole un po’ di tempo" aggiunge lei e Fred:"Dio ti benedica!".
E così via, con esclamazioni del gener per tutta la serata. Ci siamo divertiti, abbiamo speso un capitale, ma abbiamo mangiato! Curioso che all’inizio eravamo solo noi 4, poi sono arrivati altri 4 (degli americani che stanno nel nostro ostello, quindi siamo in 8!) e poi altri 4 del luogo tra cui il padrone della nostra pensione! Meraviglioso, abbiamo animato la città! Lavoro extra per la poveretta!
Quando siamo usciti dall pensione alle sette il proprietario ci ha detto: "Se tornate tardi lascio la chiave sotto il vaso".
Tardi? Ma per andare dove? Incredibile questo paese ha 500 abitanti, ma erano tutti ben nascosti…Ora è meglio dormire, domani ultimo atto di questa vacanza! Buonanotte!

mercoledì, novembre 23, 2005

Bergen Photo Collection #3


















La Johanneskirke di Bergen. Un murales da panettiere. La torre del Knustmuseum. Ancora la Johanneskirke nel tramonto. Inverno e Autunno a Bergen. Fred scopre l'arte contemporanea.

Un Treno per Bergen - Osloan Miniserie - Parte 3 di 5: Le vie dell’arte


La Fays Production
Presenta:
Osloan Miniserie
Un treno per Bergen
Parte 3 di 5: Le vie dell’arte

103 giorno
18 novembre 19.30


Stanco…dura è la vita del turista che accrescer vuole la sua conoscenza, Anche oggi Bergen ci ha mostrato le sue meraviglie…Stamattina un’altra faraonica colazione e altri panini spariti nella borsa, poi a prendere l’autobus dove abbiamo incontrato Ben, il giovane fotografo americano.
Prima tappa di oggi il museo storico-culturale, interessante, soprattutto la parte sull’arte religiosa medioevale, allestita in modo davvero spettacolare, con parti di chiese di legno norvegesi davvero affascinanti…
Dopo siamo stati al museo di arte moderna, il Kunstmuseum, composto da tre edifici a vari piani, davvero enorme! Primo edificio: arte contemporanea, bello il posto ma meno le opere, la più divertente, una cinta modellata come se fosse un armadillo! Secondo edificio: una collezione di arte e mobili appartenuti al collezionista Rasmus Mayer che spaziava dal medioevo al novecento con belle opere tra cui due sale di Munch. Terzo edificio: il più succoso, con tre piani, uno di arte contemporanea, non bellissimo, uno di arte medioevale e romantica con una collezione di opere di Dahl veramente meravigliosa, e poi un piano sul ‘900 con opere di Picasso, Braque, Klee, Mondrian…
Ne siamo usciti esausti alle 15.00 senza aver pranzato e senza esserci fermati un solo momento…abbiamo divorato i sandwich e poi abbiamo pianificato la giornata di domani: con un piccolo salasso economico faremo una gita indimenticabile sul fiordo più grande della Norvegia dino a Flaam, il paesino di Aidi, come lo chiama Laura. Le ragazze hanno deciso di mangiare solo acqua e zucchero per risparmiare…Siamo tutti davvero distrutti, ma è stata una giornata molto interessante, molto artistica…Ora cena e poi soooonno, domani via, verso Flaam e oltre!

Bergen Photo Collection #2
























Alba su Bergen vista dal tavolo della colazione. Il porto di Bergen visto dalla funicolare. Il centro di Bergen visto dalla funicolare. Il Troll sulla cima del monte che domina Bergen.

martedì, novembre 22, 2005

Un Treno per Bergen - Osloan Miniserie - Parte 2 di 5: Nel presepe di zia Ginetta


La Fays Production
Presenta:
Osloan Miniserie
Un treno per Bergen
Parte 2 di 5: Nel presepe di zia Ginetta


102 giorno
17 novembre 19.03

Lo stomaco di Graziana brontola come uno strumento aborigeno da almeno mezzora, ma lei insiste a non voler mangiare…eh, ste ragazze!
Siamo appena tornati dal meraviglioso giro per Bergen di oggi e dopo aver dormito davvero come ghiri, la città ci è sembrata molto più bella! Ci siamo svegliati riposatissimi, raccontandoci i sogni della notte, ovviamente Laura ha surclassato tutti in quanto ad assurdità!
A colazione c’era il tipo vecchio del primo giorno che ha detto strane cose a Graziana sconvolgendola…Abbiamo fatto colazione con il panorama del fiordo e di Bergen nell’alba con la luna ancora brillante e le nuvole tinteggiate di giallo e arancione…Abbiamo divorato marmellata e pane, formaggio caramellato, burro salato, prosciutto, salame, uova sode e altre strane cosine…In tutto ciò ogni volta che il tizio si allontanava facevamo sparire un sandwich prima preparato nel mio zaino...nel miglior stile italiano!
Siamo usciti sotto un sole favoloso e, considerando che Bergen è una delle città più piovose del mondo siamo stati proprio fortunati! Siamo tornati in città a rivedere Bryggen, la zona del porto che avevamo già visto ieri, abbiamo visitato la Mariakirke, il museo della lega Hanseatica, una lega di mercanti tedeschi che avevano il monopolio dello stoccafisso di Bergen.
Poi abbiamo preso la funicolare e siamo saliti fin sulla vetta della montagna dove c’era un panorama mozzafiato. Abbiamo fatto una meravigliosa passeggiata nel bosco innevato, pieno di ruscelletti e ghiaccioli scintillanti…mi sembrava di essere in un presepe di zia Ginetta o di zio Biaggino…Abbiamo mangiato i nostri panini della colazione in un piccolo rifugio di legno e poi siamo ridiscesi giù.
Dopo un corroborante caffè gratis (w i coupon!), siamo andati all’acquario a vedere li pisci, come dice Laura. Ci siamo divertiti come bambini vedendo animali davvero bizzarri. Certo, abbiamo anche riflettuto, come è logico che si faccia, su questi animali che vedono sempre gli stessi posti e fanno sempre le stesse cose, ma se ci si ferma a riflettere bene, ci sono anche uomini che sono come intrappolati in uno zoo, vivono sempre nella stessa città, fanno un lavoro monotono…Ma mentre gli animali sono costretti in cattività, sono gli uomini stessi che si costruiscono il proprio zoo, le proprie gabbie…
Dopo l’acquario eravamo distrutti e siamo tornati all’ostello…E’ stata davvero una giornata piacevole, ora un po’ di riposo, la cena e poi chissà, magari usciamo a fare un giro o a bere qualcosa…

18 novembre ore 9.51

Ieri era non ho aggiornato la situazione e lo faccio ora mentre stiamo per uscire…ieri sera siamo andati in cucina a fare della pasta con ragù e abbiamo trovato un ragazzo americano e un ragazzo della malesia che ha fatto cuocere gli gnocchi finché l’acqua non è del tutto evaporata (!!!). Il tizio americano è stato in Italia (Perugia) a studiare fotografia adesso sta fotografando la Norvegia! Parlava un italiano da robot di un film di serie Z, ma era simpatico! Poi io, Fred e Laura (Gra troppo stanca…) siamo usciti a bere qualcosa e io ho sorseggiato il peggior vino del mondo…qualcosa di disgustoso! Ora siamo pronti per uscire, una nuova, e ultima, incredibile Bergen giornata sta per cominciare!

Bergen Photo Collection #1











Bergen vista dall'ostello. Strane presenze vicino al Torget, il mercato del pesce. La chiesa di Santa Maria. Bryggen, la zona del porto protetta dall'UNESCO. Il profilo del porto nella luce di fine giornata. Il lago al centro della città.

Un Treno per Bergen - Osloan Miniserie - Parte 1 di 5: Panorami Indimenticabili


La Fays Production
Presenta:
Osloan Miniserie
Un treno per Bergen
Parte 1 di 5: Panorami Indimenticabili

100 giorno
15 novembre 22.58

Il viaggio a Bergen comincia nella maniera più travagliata possibile: per la seconda volta il treno è stato cancellato. Eppure stiamo partendo. Su un autobus. Sarà un viaggio terribile, dovremo sfidare la natura norvegese con pioggia, vento, buche, scossoni…Dovremo cercare di dormire, di vivere e arrivare sani e salvi…e di conservare un po’ di forze per vedere la città!
I Fantastici 4 sono nell’autobus pronti per l’avventura: Francesco-Reed Richars, Laura-Johnny Storm, Graziana-Susan Storm e Frederic-Ben Grimm. Il dottor Destino non ci sconfiggerà con il tempo cattivo! Ok, basta, la smetto con queste assurdità, sono per mascherare la preoccupazione! Ora forse è meglio se ci plachiamo e cerchiamo di dormire…10 minuti alla partenza…

I FANTASTICI 4
Un gruppo di ragazzi Erasmus sta facendo una gita a Bergen da Oslo ma il treno è cancellato per il brutto tempo. I quattro decidono di partire col bus e lì si trovano immersi in una pioggia di raggi cosmici nella quale acquistano favolosi poteri…

Ore 0.15 circa…

Il bus si è fermato dopo aver girato in tondo per 3 volte. Non riesco a chiudere occhio e ho mal di stomaco. Un supplizio. Siamo passati per posti stupendi, ma chi li ha visti? Ripartiamo, madooo

Ore 2.26 circa…

Riscopro l’infanzia in allegre posizioni fetali cercando di dormire…Laura continua a lamentarsi della schiena dice che sarà più bassa di ulteriori 10 cm., dice di essersi data a grandi riflessioni, un viaggio interiore…Frederic contempla il muffin che si è comprato per la colazione…Ora siamo fermi all’autogrill, fra poco ripartiamo…

Ore 2.59

La stiamo "vutand" a gita scolastica. Stiamo discutendo degli emoticon volgari che Laura usa ultimamente. Fra un po’ qualcuno caccia le bottiglie di vino.

Ore 3.20 Intervento di Laura

No 15.20, sono proprio le 3,20 vagnoni!!! Siamo fermi da un’ora e mezza a casa di Nonna Papera e Aidi che ci aspetta ci sta dando per dispersi…in tutto ciò io faccio casino perché non ho sonno e vorrei avere qualcosa da bere...none caffè però! Serio! Nel frattempo ascolto il cd appositamente confezionato per quest’avventura ma seriamente sto prendendo in considerazione l’ipotesi di vutarla a pizzica…mena sciamu mio ca lu salentu brusciaaa! Sempre e solo fuoco salentino…Un bacio dalla torcia fimmina di questo trip o meglio intrippamento! A presto!

Ore 5.27

Sono in uno dei posti più belli del mondo…il fiordo, la neve, la luna piena…Laura ha detto: vorrei dare i miei occhi al mondo perché non riuscirò mai a descriverlo…Ha ragione, è una bellezza così pura da essere commovente…

Ore 18.05

Aaaah, finalmente disteso nel mio lettino al Montana Youth Hostell di Bergen! Siamo tutti cadaveri distrutti che perdono pezzi come uno Sgnakuz…Io mi sto addormentando ma devo resistere (Laura: che butt de sangu) (Gra: mi sta sbambando la faccia) (Fred: le petit chat est mort)
Siamo arrivati a Bergen intorno alle 8.30, l’alba illuminava la neve abbondante che incorniciava il fiordo, uno spettacolo strepitoso. Stanchissimi perché non abbiamo chiuso occhio per vedere il panorama incredibile, siamo scesi dall’autobus nel gelo di Bergen che non ha niente a che vedere con il tepore oslentino!
Abbiamo preso l’autobus 31 per arrivare su sulla montagna all’ostello. Arriviamo alla reception trascinando la valigia nella neve e entriamo alla reception: "Hi!" dico io, nel mio perfetto norvegese "Good Morning" mi dice un veccchio e io "We are…" "Good morning" ripete il vecchio e io "Ah, yes, we are…" "Good morning" insiste il vecchio "Eh good morning!" dico io finalmente e lui se ne va e ci lascia con un giovane. Siamo gli unici clienti dell’ostello. Stanza 101. Tutti insieme. Wow!
Ci facciamo la doccia, poi usciamo giù a Bergen. Il paesaggio è fantstico, gli alberi sembrano fantasmi bianchi, il sole fa luccicare la neve, le casette sono straordinarie…
La città è molto particolare, molto più familiare di Oslo, più vivibile forse (come se ce ne fosse ulteriormente bisogno), con un che di germanico portato dalla lega Hanseatica. Abbiamo visto la cattedrale, varie strade bellissime, poi il Torget (il mercato del pesce), dove, guarda un po’, abbiamo incontrato un pescivendolo italiano che sta lì da 7 mesi, ci dice di essere di origine tedesca e visto che vende stoccafisso ci fa pensare di essere uno dei discendenti dei nercanti hanseatici. Ci offre del salmone affumicato che è divino e chiacchieriamo un po’. Poi andiamo a vedere Bryggen, la zona del porto, patrimonio dell’Unesco. Molto bello, anche la chiesa si Santa Maria in pietra è bellissima, molto spettrale! Il museo di Bryggen invece è deludente, peccato, mentre la fortezza è bella, ma meno di quella di Oslo.
Al ritorno compriamo un po’ di gamberi e facciamo un altro giro arrivando al centro della città, poi su fino all’università. Distrutti torniamo indietro e poi verso l’ostello…ci buttiamo sul letto dove siamo adesso.
Laura e Gra cercano di non addormentarsi, io scrivo queste pagine, poi ceno con i gamberi e poi nanna. Bergen è ricca di sorprese e oggi ce l’ha dimostrato, certo i paesaggi che abbiamo visto in bus non li dimenticheremo mai.

Ore 18.42 Intervento di Laura 2

Per l’appunto. Stamattina al clou del delirio di mal di schiena e sonno, 2 dei miei sensi hanno agito disgiuntamente. Perché i miei occhi vedevano neve e le mie orecchie udivano dalla radio del pullman parlare in stretto dialetto leccese? Chi dei due mentiva? Arbitro è stato il tatto che alla modica temperatura di meno 30 gradi ha assolto la vista. Decisione equa e solidale, e in effetti siamo qui dalla cugina di Aidi. Cicci, ci vediamo tra un mese! The female fire!

Ore 20.54

Dopo un po’ di sonnacchiosità, io e Fred siamo scesi nelle cucine per preparare la nostra faraonica cena. Con la mente piena delle parole di Laura ("Mangiate sti calamari!" "Ve le vulite mangiare ste cozze?" "Si nun vi mangiate sti tutani…") ci siamo tuffati nell’impresa di pulire i gamberetti. Dopo averne puliti tre ho lasciato il compito a Fred, perché gli animaletti avevano tutti le uova! Sconcertante!
La cucina non era molto pulita e nenache riscaldata, quindi abbiamo cercato di fare in fretta. Alla fine abbiamo partorito una insalata di gamberi e verdura condita con limone e sale. Un po’ di pane e la cena è stata elaborata. Le ragazze non hanno mangiato con noi perché sono a dieta…più dietetico di così! Ci siamo messi ad esplorare i frighi in cerca di qualcosa per accompagnare, ma c’era tutta roba scaduta! Alla fine, contenti della cena, dopo aver lavato gli osceni piatti siamo risaliti in camera e lungo il percorso abbiamo trovato un’invasione di gente che prima non c’era! Non siamo più da soli, uffa!
Ora devo andare a dormire perché sono solo le 21.00 ma siamo tutti stanchissimi, le ragazze stavano già dormendo quando siamo tornati. Buonanotte a tutti dalla fredda Bergen.

lunedì, novembre 21, 2005

Un Treno per Bergen - Osloan Miniserie - Prologo

Cari amici miei, eccomi di nuovo a Oslo, pronto a raccontarvi di questo indimenticabile viaggio a Bergen e dintorni. Da oggi potrete godervi le 5 puntate della Bergen miniserie. Per ora eccovi un primo assaggio con il prologo, presto il seguito!

La Fays Production
Presenta:
Osloan Miniserie
Un treno per Bergen
Prologo

100 giorno
15 novembre 21.09

E così si riprova. In attesa che l’acqua venga a bollire, preparo le ultime cose per andare alla stazione a prendere il treno per Bergen. Sempre che ci sia.
Curioso, appena adesso è successo ciò che ormai accade periodicamente: uno dei ragazzi del Belgio mi ha aperto su MSN. Non so perché lo facciano, io sono sempre lì, l’unico di quelli del mio liceo che ancora usa MSN, ultimo, come fui il primo a contattarli. Ormai tutti li hanno dimenticati, soltanto io considero ancora Dave uno dei migliori amici che abbia mai avuto.
Eppure oggi, come avviene ogni mese ormai, puntuale uno di loro ha parlato con me, Sebastian (mi sono appena ricordato il nome e forse è pure sbagliato ma lo chiameremo così). Mi ha detto che l’Italia gli manca molto e che non dimenticherà mai il nostro scambio di classe. Sono contento, perché anche per me è stata una bellissima esperienza che conserverò sempre gelosamente. Al pari di questo Erasmus. Chi sarà il prossimo ad aprirmi su Messanger?
Credo che l’acqua stia bollendo, il prossimo aggiornemento, si spera, sarà sul treno per Bergen.
21.17
L’acqua non bolle ma…ho scoperto di chi erano i coltelli da macellaio che sono comparsi in cucina in questi giorni: il cinese sta facendo a pezzi un coso, un animale, un pollo che ne so, ma faceva troppo schifo e sono scappato dalla cucina. Mado è tutto vestito elegante e sta co sto coltellaccio in mano…mi sembra una scena da Hannibal! ARGH! Si sentono i colpi dalla mia stanza…
Scusate ma questa dovevo proprio scriverla…
continua...

martedì, novembre 15, 2005

100esimo GIORNO!

Cari amici, oggi, 15 novembre 2005, è il mio 100esimo giorno di Erasmus! Per festeggiare, visto che non sono a Bergen, ho pensato di creare questo collage. Enjoy it!


Bergen & Friends Prologo, Epilogo e Tutto il resto

E così, senza un motivo, senza una ragione valida, rieccomi qui davanti a questo schermo, in questa stanza a scrivere le solite righe. A chi si fosse distratto dico subito che non sono già tornato da Bergen, rivedetevi il calendario.
Ieri sera alle 10 siamo i fantastici 4 sono usciti da casa, sotto un cielo favoloso dove le stelle erano la cornice perfetta per una luna piena e luminosa come solo qui ci può essere. Con la nostra (mia) immensa valigia piena al suo estremo, ma comunque leggera e trasportabile (grazie mamma), siamo andati alla stazione per l'inizio del nostro viaggio. La faccio breve. Guardiamo il tabellone e io urlo. Andiamo alle informazioni a chiedere e ci dicono che il treno per Bergen è cancellato per allagamenti sulla linea e non c'è modo di raggiungere Bergen prima del pomeriggio inoltrato del giorno dopo. Se non piove.
La stazione era quasi deserta e silenziosa. Io urlo ancora e basto a compensasare. I norvegesi sono sconvolti, ma io decido di mandare a quel paese tutto quelli con cui parlo. Torniamo a casa dopo aver aspettato per mezzora la metro. Apro il computer e mando a quel paese tutti quelli che trovo. Poi vado a dormire. Non ci credo, ancora adesso non ci voglio credere. Addio Preikestolen...

lunedì, novembre 14, 2005

Francesco Osloan Network #24


La Fays Production
Presenta:
Francesco Osloan Network
Castaway in Oslo

99 giorno
14 novembre 12.35

99 giorni…99! Cavolo quanto sta passando in fretta questo Erasmus…Per fortuna che c’è questo diario a ricordarmi del passare del tempo e delle stagioni, altrimenti mi sembrerebbe ieri che ho vissuto la drammatica avventura su e giù per Oslo, che ho conosciuto tutte le persone di Kringsja, che ho guardato il fiordo per la prima volta…
E ancora le sorprese non finiscono, le cose cambiano, mutano forma in modi imprevisti e segreti si rivelano come nel più classico gioco delle scatole cinesi, non so ancora cosa aspettarmi dal futuro…
Risparmio le ultime riflessioni per il prossimo blog, per ora vi lascio con l’ultimo atto del racconto e poi con una novità…

Andata e Ritorno, un racconto italo-norvegese di Francesco Amorosino

Preludio all’Atto Terzo

Nuovi occhi sul mondo si proiettano, quando nella pungente serata norvegese il treno solca acqua e terra. Dove c’erano picci d’emozione, ora in una rilassante pianura il ragazzo giace, mentre il sonno a tratti lo lancia oltre i colori cangianti, dove battiti d’ali fremono nascosti. E la casa lontana, gli amici, i sapori, gli adori, tutto si mischia in un vortice confuso…
Poi nella stazione deserta, un baratro si apre nella pianura e il viaggio nella notte mostra frammenti dimenticati e nuove prospettive, fino all’arrivo e alle tenebre. E poi…poi sensazioni familiari e sorprese…perché anche quando noi non ci siamo il mondo continua ad andare avanti…

Atto Terzo In cui l’eroe ritorna tra i fiordi e combatte una battaglia d’inchiostro preparandosi ad un nuovo viaggio.

La stazione di Oslo è vuota mentre con la mia nuova megavaligia bellissima e comodissima mi avvio a prendere il taxi. E così sfreccio nella notte sul veloce taxi con un’autista che mi chiede di dove sono e poi in italiano: "Comme te chiami?"…io distrutto con gli occhi che mi si chiudono faccio appena in tempo a vedere la statua dell’alce che ho visto due mesi prima e che ho ricercato disperatamente prima che il pilota di formula uno non mi conduca in per strade sconosciute fino a che quasi a sorpresa arrivo a Kringsja. Mentre scendo mi dice: "Thank you Frotella!" E io capisco "Thank you for Tella" E mi chiedo chi sia questa Tella…
Entro in camera stanco e semiaddormentato…mi butto sul letto quasi vestito…
Il giorno dopo mi tocca studiare perché il 10 c’era l’esame! Il nove stessa storia con io e Laura svegli fino a tardi cercando di capire di che cosa parlasse quell’esame…
Il 10 finalmente il grande giorno! Io, Fred e Laura siamo andati pronti e scalpitanti a Blindern per affrontare la prima sfida! Ed eccoci al secondo piano dell’edificio di scienze sociali, in una stanza lunghissima open space, più simile ad un grosso corridoio, dove su banchetti di legno con scaffali e lucetta e cassetti (una meraviglia) ci hanno dato i nostri fogli dove avremmo dovuto scrivere il nostro saggio. Due temi: uno sulla nazionalità in due istituzioni europee a scelta, e uno sulla Europeanization degli stati nazionali. Io ho fatto il primo, parlando della Commissione e del Parlamento Europeo. Tre ore. Dopo due ore avevo scritto quattro pagine e non sapevo più cosa aggiungere. Dopo due ore e mezza ne avevo scritta un’altra a fantasia con un ma sì volemose bene finale quasi stucchevole. Mancava mezzora ma non ce la facevo più. Dopo aver disegnato Paperino sul foglio della brutta ho capito che era tempo di consegnare. Comincio a strappare al prima pagina (si scriveva su un foglio con altri due fogli sotto dove compariva lo scritto, perché erano due per la correzione e uno per noi). Laura sente e comincia a strappare pure lei. Mentre consegno lei mi raggiunge: "Ma mi stavi aspettando o ti ho messo fretta?" le chiedo. La seconda. Maledetta. Mi dice che tanto aveva finito, vabbè.
Scendiamo le scale per il primo piano (ricordatevi che in Norvegia non esiste il piano terra) ridendo come due pazzi per l’esame assurdo che abbiamo fatto…lei comincia a raccontarmi tutto quello che ha scritto e rido come un pazzo vedendo che anche lei ha messo un bel volemose bene finale. Aspettiamo Frederic, che invece è più discreto su suo esame, poi torniamo a Kringsja dove assaporiamo la libertà.
Il giorno dopo andiamo a consegnare la tesina sempre per questo esame e lì comincia l’Odissea. La mattina Laura mi dice su MSN che non trova la Student Card. COME NO? Comincio a gridare io, ma le ricerche sono vane. Andiamo a Blindern in ritardo sperando che non facciano storie. Saliamo in sala informatica per stampare, ma per una misteriosa ragione non ci riusciamo. Ci dicono che noi abbiamo 150 pagine gratis per semestre, le altre dobbiamo comprarle. E vabbè, le compriamo, dico io, ma lui dice che bisogna fare una registrazione su internet con la Visa. Ma io non l’ho! Allora mi dicono di andare in banca far fare un giro, poi un non so cosa, tornare…OH! Ma io devo solo stampare la tesina da consegnare all’esame!!! Il tizio dice di non poterci aiutare. E qui la Norvegia comincia a crollare…
Per fortuna c’è Fred, la nostra banca vivente, che ci fa usare le sue copie…meno male!
Dopo aver stampato la tesina andiamo a chiedere se hanno avessero trovato la Student ID di Laura e lì incontriamo Stefania, una dei 5 di scienze politiche della Luiss. Anche lei ha fatto l’esame ieri e io le chiedo con la massima gentilezze: "Oh ciao! Come stai? Come è andato l’esame?" E Lei: "Bene, devo chiedere informazioni." E non ci ha più rivolto la parola. Ci sono rimasto malissimo! Certo non ci ha minimamente calcolati per tutto l’Erasmus, perché avrebbe dovuto farlo ora! Un comportamento davvero vergognoso.
Io penso che sia sbagliato fare un gruppo solo italiano, come fanno la maggior parte degli Erasmus, ma è anche sbagliato l’opposto! Vabbè…
Alla fine convinco Laura a fare un giro in centro perché volevo passare in fumetteria. KJG non era vuota come ce la aspettavamo, ma meno viva di quando era estate, c’erano anche dei lavori in corso vicino alla Domkirke (la cattedrale). Siamo andati in fumetteria, ma i fumetti usati Marvel erano spariti! ARGH! Allora siamo andati alla seconda fumetteria, ma anche lì gli scaffali erano tutti spostati! Sconvolti e delusi, con la pioggia che si affacciava, ci siamo avviati verso la fermata della T-Bane di Nationalteatreet, ma l’orrore ci ha riempiti a vedere la nostra fontana preferita sotituita! Io ho cominciato a gridare: "Ma che è successo a Oslo?".
Così siamo tornati a casa tristi.
Il giorno dopo per fortuna la sera siamo usciti con Andrew, il brasiliano pazzesco, e dei suoi amici e ci siamo divertiti tantissimo, è stata una serata particolare in cui ho scoperto tante cose e intrattenuto una conversazione teosofica con Andrew. Graziana ha pure ricevuto una proposta matrimoniale!
Il giorno dopo stavo raccontando a Laura della profonda religiosità di Andrew e del suo credere che dio ha un piano per ognuno di noi, sono rimasto molto sorpreso perché Andrew si è rivelato una persona molto più profonda di quanto mai credessi e davvero crede molto fortemente, quasi in modo ingenuo e commovente. Io invece ormai ho perso tutta la poca fede che mi era rimasta. Sapete, credo di aver smesso di credere quando avevo sette anni e a scuola la maestra ci disse di disegnare dio. Io credevo che dio fosse una cosa così grande che nessun uomo potesse mai conoscerlo, così non volevo disegnare nulla, ma la maestra insisteva e così io ho copiato il disegno di un mio amico. Ho fatto un dio blu fatto di nuvole e acqua. Ma io non credevo che dio fosse così. Da allora ho cominciato a capire che la religione è una finzione comoda in cui gli uomini si cullano.
Ora non voglio infastidirvi con questi discorsi, mi basta dirvi che stavo discutendo di queste cose con Laura quando hanno bussato alla porta. Era una donna che dopo avermi chiesto se nella mia stanza vivesse una certa Zara mi ha chiesto: "Tu pensi che ci sia una soluzione ai problemi del mondo?" e io: "Sinceramente no ("ma proviamo a cancellare la religione e vediamo se succede qualcosa" ho pensato)" e lei: "Ma è nelle mani del creatore". E lì a me mi veniva da ridere, ma mi sono contenuto e le ho risposto che io non ci credevo e che non perdesse tempo a convincermi.
Se fossi stato uno che crede questa sarebbe stata una prova che dio ha un piano per ognuno di noi…peccato che io glielo faccia naufragare ogni volta…
Comunque cambiando discorso, l’avrò già detto mille volte, ma lo ripeto perché mi dispiace: Are se n’è andato e al posto suo c’è una ragazza antipatica che praticamente non ha rivolto la parola a nessuno perché se ne sta sempre fuori con due amici. Vabbè.
Quello che ho capito in questi giorni è che il mondo si muove, le cose cambiano, anche quando noi non ci siamo, anzi ancora di più. E che se si sceglie un cammino si perde per forza qualcosa, a volta molto importante. Io ho perso delle cose venendo qui in Erasmus, ma credo di averne guadagnare molte di più e meravigliose. Non tornerei indietro…

Sipario.
Applausi.

Il sipario si riapre.

Così arriviamo ad oggi, il giorno dei grandi preparativi, perché stasera si parte! Ebbene sì, è venuto il momento di un’altra gita! Questa volta il piatto è ricco: la portata principale è Bergen, città più bella della Norvegia, patrimonio mondiale dell’Unesco (e così ne depenno uno dalla lista perché voglio vederli tutti!), ex capitale. E’ probabile che troveremo la neve! Anche perché Bergen è una delle città più piovose d’Europa (250 giorni di pioggia all’anno!). Poi al piatto si aggiunge come contorno Flaam, deliziosa cittadina incastonata nel fiordo che si dica abbia la ferrovia più bella del mondo! Infine, ciliegina sulla torta, se il tempo è bello andremo alla Preikestolen, il miglior punto d’osservazione dei fiordi di tutta la Norvegia! WOW!
Ah dimenticavo, andiamo io, Graziana, Laura e Frederic. I magnifici quattro. Ci divertiremo moltissimo, ne sono sicuro! Per questo credo che sia arrivato il momento di salutarvi di nuovo, perché torniamo domenica sera. Preparatevi a foto spettacolari, meravigliosi racconti di viaggi mozzafiato. Io non vedo l’ora, e voi?

Sipario.
Applausi.

Si esce dal teatro…si va a prendere un gelato alla Palma…poi a casa a sognare...

domenica, novembre 13, 2005

Mucche a Firenze!


























sabato, novembre 12, 2005

Francesco Osloan Network #23


La Fays Production
Presenta:
Francesco Osloan Network
Castaway in Oslo

96 giorno
11 novembre 18.26

Cosa sta succedendo a Oslo? Cosa accade? Quest’inverno così impetuoso che cavalca il vento e scaglia frecce di ghiaccio ha spazzato via la vitalità dell’estate quasi con disprezzo. Gli alberi scheltrici hanno anche il loro fascino, ma tutte le aiuole rase al suolo, le fontane spente, i riflessi del sole sull’acqua del fiordo spariti…e poi il senso di abbandono, quella sporcizia che prima non c’era, il disordine che compare, i lavori in corso vicino KJG…E poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La fontana davanti al National Theatre, quella bellissima semisferica…non c’è più. La fontana più bella di Oslo non c’è più. Sostituita per l’inverno.
Mai inverno mi pesò tanto, non per il freddo, ma per questa privazione di energia vitale. Eppure è sempre stata la mia stagione preferita, io adoro la neve, e Natale e il mio compleanno…ma non dimentichiamoci che formalmente l’inverno non è ancora arrivato…
Non voglio dirvi altro ora. Ritorniamo al racconto.

Andata e Ritorno, un racconto italo-norvegese di Francesco Amorosino

Preludio all’Atto Secondo

Piccoli sbalzi dell’occhio, ramingo andando tra i sentieri familiari, coglie il ragazzo, non senza che il cuore manchi qualche battito. Solo dopo una lunga solitudine, accarezza nuovi tessuti e torna a sfogliare ciò che era perduto. Poi sedendosi su bianchi deschi ormai dimenticati, ritorna a udire voci fastidiose e dolci risate e il velo del silenzio sembra riempirsi di crepe, mentre gli sguardi gli corrono attorno. Il viaggio nella notte, tra la pioggia che scroscia, l’arrivo, le parole, le immagini e i racconti…il peso dell’assenza come il mantello tarlato di un vecchio, gli crolla addosso impietoso, strappandogli un gemito…

Atto secondo In cui la bizzarra chioma dell’eroe suscita commenti contrastanti e vengono riscoperti sapori dimenticati.

Il ritorno a Roma è stato tranquillo, la mia casetta era lì, ad aspettarmi calorosa tra le sue mura. Così mercoledì, mentre i miei sono andati a fare un giro, io sono rimasto a casa con la fratellanza a sistemare le ultime cose e a giocare a carte con mio fratello (che bello tornare bambini…Peter!).
Poi il pomeriggio i miei sono andati via (gocciolina) e io sono rimasto di nuovo solo, in realtà forse solo per la prima volta da tanti mesi, perché a Oslo c’è sempre gente attorno a me, e non ero più abituato alla mia casetta a misura di Francesco.
Giovedì è stato il giorno delle grandi rivelazioni, perché mi è toccato prendere l’immancabilmente ignoto autobus sulla Nomentana per arrivare all’università. Immaginate cosa significa per uno che arriva direttamente dalla puntualità estrema norvegese, ritrovarsi immerso nel caos, nel traffico, nello smog e nell’assoluta arbitrarietà dei mezzi pubblici romani. Già il primo giorno a Roma mi è toccato aspettare il 60 per ben 40 minuti, roba da voler gridare in mezzo a via Nazionale, cosa che non ho fatto perché mi è stata prontamente impedita, ma poi pensate che addirittura mi veniva strano entrare nell’autobus dalla porta sbagliata o vedere la gente che non si fermava vicino le striscie…Per fortuna non sono morto sulla strada come temevo, dopo essermi abituato alle belle abitudini norvegesi.
Ritornare alla Luiss è stato uno shock. Al senso di familiarietà che passare sotto al tunnel arboreo mi dava di solito era intrecciato una profonda sensazione di estranietà, come se qualche impercettibile cambiamento nell’aria o nelle foglie mosse del vento si rivelasse prova di un quadro falso.
Vedere la gente parlare in italiano di università, passeggiare e ridere, come mai ho visto nei composti viali di Blindern, mi ha riempito di un calore che mi stava venendo lentamente sottratto. E così, piano piano, l’odio che avevo provato nel vedere la confusione italiana si è trasmutato in amore, amore per un popolo che ha fatto della gioia la sua ragione di vita.
Ancora una volta ho avuto la prova che la taralluccievinosità italiana è più forte di qualsiasi cosa: non potremo mai cambiare il nostro modo di essere, perché per noi italiani tutto quello che abbiamo intorno è sempre da prendere come un gioco, con leggerezza, senza sentire il peso di un futuro incerto, anche perché se dovessimo pensarci adesso un suicidio di massa sarebbe lo scenario più probabile.
Invece questo senso di rilassatezza in un certo senso, ma di forte energia dall’altro, ci porta ad essere il popolo che più di tutti riesce a trovare il bello nelle piccole cose, nel piacere della tavola, nello stare con gli amici ed essere felici per una barzelletta o uno scherzo, ma è anche il nostro principale difetto che ci porta a essere superficiali in quello che facciamo, a non essere puntuali e spesso irritabili, a gridare per un nonnulla e a sporcare senza pensare alle conseguenze.
Le classiche due facce della stessa medaglia, che nessuno mai potrà staccare e che contraddistingueranno sempre il nostro carattere italiano. Quindi, o cittadini del mondo, se amate la pizza, il gelato, la tarantella ed il resto, siate pronti a fare i conti con il 60X, le gomme da masticare sulle panchine e le grida delle vecchiette.
Eccomi quindi davanti la palazzina della Luiss che svetta nel cielo azzurro di quella calda giornata. Scendo nella fossa mentre i miei occhi saltano da un particolare all’altro, cercando una faccia conosciuta, un sorriso, un saluto. Eppure non c’è nessuno mentre entro nel sottosuolo e mi do alla libera ricerca di amici.
Dopo un lungo peregrinare che mi porta anche in mezzo agli Erasmus dove una gocciolina quasi si fa strada, arrivo in aula magna. E là…Entro disinvolto e li vedo, i miei compagni…i miei colleghi se no a Ferdinando viene un attacco cardiaco…anzi i miei amici…sono tutti lì (o quasi), intenti a seguire una lezione di quella che in seguito ho scoperto essere la Sciso.
Io entro e tutte le teste si girano verso di me e i commenti attraversano l’aula. Sorridendo mi vado a sedere in fondo mentre Febronia urla: "E tu che ci fai qui?", quasi come se avesse visto un fantasma.
Poi la lezione finisce e mi vengono a salutare, Alessandra quasi mi strangola.
Vari commenti vengono suscitati dalla mia criniera: al "Tagliati quella frangetta!" di mia madre si aggiungono il "Sembri un elfo" di Chiara, "Sembri un hobbit" di Michele, "Sembri John Lennon" di svariate persone, "Sembri una rock star" di Cristiana e "E chi è quel figo?" di Michela, che seppur forse ironico, è stato il commento più apprezzato.
Vado a pranzo con Chiara e Ale e mangiando degli gnocchi alla sorrentina buonissimi, mi rendo conto che a Oslo se vuoi mangiare all’università fai prima a brucare l’erba del prato.
Poi resto un po’ in giro, qualche chiacchiera che mi fa capire che mi sono perso qualche cosa in questo periodo e poi dritto dritto a casa mentre loro tornano a lezione.
La sera cena con Cristiana che mi racconta cose assurde e poi a nanna, pronti per un altro giorno romano.
Nei giorni a seguire tante altre novità: sono stato a lezione di Diritto Comunitario, dove mi sono fatto un sacco di risate a vedere quanto sia diversa l’università italiana e qualche pianto a vedere quanto in basso Ferdinando riesca a scendere, sono andato al cinema, al ristorante giapponese, dove ho mangiato uno dei sushi più buoni di sempre, e a mangiare un meraviglioso, commovente gelato alla Palma che ho sognato per tre lunghi mesi, sono andato a pranzo dai miei zii dove ho mangiato da dio e mi sono divertito molto con la mia cuginetta.
Poi c’è stata la laurea di Laura (Laura Croce). Q uanto ho rosicato per non esserci stato mentre sbaragliava la commissione con cabarbia! Sono andato alla festa in macchina con Salvatore e Irene e lì è stata una vera impresa, Salva è stato bravissimo! Alla festa mi sono divertito tantissimo e ho capito davvero quanto mi mancassero…sigh.
Ultimo giorno. La mattina mi incontro con Baldini per convincerlo a farmi fare la tesi con lui. E’ stata dura, ma grazie alle mie mascotte Laura e Alessandra e ad aiuti da ogni parte c’è l’ho fatta. Sono riuscito a convincerlo. La mia tesi sulla semiotica dei personaggi dei comics, sta per diventare realtà. Dopo di questo la Luiss crollerà.
Poi ultimo atto prima della partenza: giro alla Feltrinelli con Laura e gelato alla Palma. Quattro mousse: Millefoglie, Profiteroles, Creme Caramel e Castagna…non lo dimenticherò tanto facilmente…
Partire è stato bruttissimo, ho sentito davvero che casetta m sarebbe mancata tanto, proprio per questo dopo aver fatto l’esame di EU, il contraccolpo da nostalgia si è fatto sentire…
La cugina di mamma mi ha accompagnato all’aereoporto e poco ci è mancato che non perdessi l’aereo. Mentre volavo nel cielo nero come la notte e leggevo l’ultimo piccolo capolavoro di Marjane Satrapi, Pollo alle Prugne, sentivo quell’oscurità avvolgermi tutto, come un mare di inchiostro in cui immergere le mani e cominciare a dipingere una storia, un’emozione, un cammino…

Sipario.
Applausi.

venerdì, novembre 11, 2005

Francesco Osloan Photo Collection #39, 39bis e 39ter




Triste è l'esistenza di una fontana a Oslo quando arriva l'inverno, ecco che la vitalità sparisce e solo una triste ombra rimane ad incupire i cuori...

Lucca Comics 2005 Photo Collection
























































George R.R. Martin firma un autografo. Vendicatori Uniti sul palco dei cosplay. La chiesa sconsacrata dove si tengono le mostre espositive. Fletto i muscoli e sono nel vuoto. Uno strano abbinamento: quadri religiosi e Tex. Nonno Bassotto non pare felice della mia visita. I fumetti invadono un negozio di scarpe. Macchia Nera e Cip e Ciop.

Francesco Osloan Network #22


La Fays Production
Presenta:
Francesco Osloan Network
Castaway in Oslo

95 giorno
10 novembre 17.23

Ah, cari amici miei, delizioso è toccare ancora questa tastiera e tornare, dopo ben 13 giorni di silenzio, una vergogna per un blog, a raccontarvi delle avventure, delle emozioni e delle storie che questo Erasmus mi sta regalando. Alcuni si sono lamentati (ciao Laura, visto che sei apparsa sul blog?) che questo blog è atipico perché non ha commenti e che i post sono troppo lunghi e fanno male gli occhi sul computer a leggerli…Bah forse è vero ma orami è tardi per correggere e quando tornerò dall’Erasmus creerò un blog nuovo e con temi totalmente diversi, ma questo è solo uno dei miei mille e passa progetti attivi in questo momento.
Comunque a parte tutto sono ancora qui e suppongo che, scanso stanchezza mia (che è tanta) e richiami dello stomaco (ci sono pure quelli, ho appena finito l’ultimo pezzo di cioccolata bianca ai semi di papavero), questo pezzo di diario sarà decisamente lungo, quindi a tutti voi dico, forza con le stampanti!

19.47

Non ci crederete mai ma tra Laura su messanger, i miei su skype, Fred e co. Posso riprendere a scrivere solo ora! Cavolo!
Comunque per una migliore comprensione del tutto dividerò questo diario in varie parti, così potete gustarlo con calma, ok? Allora che si alzi il sipario, chi è di scena?

Andata e Ritorno, un racconto italo-norvegese di Francesco Amorosino

Preludio all’Atto Primo

Trepidante per l’attesa, come sull’ultimo sasso del lungo sentiero, il passo cadenzato del ragazzo lo porta sul velivolo tra le nuvole spiritose di un mattino frizzante. Tra quelle forme in movimento sembra scorgere segni di un passato misterioso e presagi di un tempo di magie e prodigi. Il tempo tiranno sembra allungarsi come per una bugia sussurrata a mezza voce e il vorace cormorano shakespiriano pare rallentare il suo beccare. Ma arriva per tutti il momento di attraversare la linea bianca che rapisce la vista della stella e tornare, prima con il corpo e poi, forse, con la mente, a toccare il freddo suolo dove correnti nascoste irradiano lo spirito. E allora un solo pensiero scaccia presuntuoso gli avventori pensierosi: casa.

Atto Primo In cui l’eroe riscopre il valore della famiglia e ritrova amici lontani e nuovi nella più importante mostra di fumetti italiana.

Il ritorno a casa il 29 ottobre è stato tranquillo, nell’aereo l’attesa mi lacerava, non vedevo l’ora di riabbracciare la mia famiglia, di tornare a casa, di uscire con i miei amici. E così è stato, all’aereoporto ho ritrovato i miei e siamo andati a prendere la macchina per tornare a casa. E’ stato bello rivederli dopo tanto tempo, accolto dalle parole affettuose di mia madre subito seguite da un "non ti sei ancora tagliato quell’orribile frangetta?" che ormai è diventato un tormentone.
E il caldo! Cos’è tutta questa prodigalità di raggi solari mentre il cupo nord soffre silenzioso nell’oscurità? Mamma mia non ci ero proprio più abituato, risultato: un mega raffreddore di cui continuo a sentire i sintomi ancora adesso!
Rivedere Roma, le strade a cui sono diventato familiare e la mia casetta, sì proprio quella casetta che ho visto tante volte su Google Earth facendo sghignazzare Are.
La mia permanenza a casetta non è durata molto perché il giorno dopo siamo partiti presto alla volta di una delle città più belle d’Italia che ospita il più divertente museo italiano: Lucca! Sì anche quest’anno ci aspettava la favolosa avventura di Lucca Comics!
Siamo arrivati a Lucca dopo un lungo viaggio in mezzo al traffico, ma alla fine il premio è stato succulento. I miei hanno lasciato me, Gabri (mio fratello) e Silvia (mia sorella) vicino ai tanti tendoni bianchi che annunciano l’inizio della mega fiera del fumetto!
Lì ci aspettava Dennis, il ragazzo informatico (mi ucciderà per questa definizione) fan di Baldo l’allegro castoro (chi non lo conosce non può capire) che ho conosciuto a Blindern quel giorno che gridavo a squarciagola contro la Luiss. Con lui ci siamo dati ai libero giro della fiera a caccia di fumetti, principalmente di Zio Paperone Donrosiani, mentre i miei fratelli assaltavano vari stand. Dopo un po’ ci siamo incontrati con Marco, un mio amico del corso di fumetti che ho fatto con Tito Faraci e con lui abbiamo continuato la ricerca di manga, Marvel e cose del genere.
Poi ci siamo accostati allo stand Disney dove ci siamo messi in lista d’attesa per un disegno, ma alla fine non abbiamo fatto in tempo perché io sono dovuto andare allo stand dove George R.R. Martin, il popolare autore di fantasy, firmava autografi e lì, grazie anche all’aiuto di mio fratello, ero solo sessantaquattresimo nella fila! C’erano centinaia di persone!
Poi un'altra ricerca di fumetti e la premiazione dei cosplay (i ragazzi che si vestono da personaggi dei fumetti e dei film). I più belli erano quelli vestiti da Vendicatori: Capitan America, Spiderman, Ironman, Gatta Nera, Silver Surfer e tanti altri! Quasi un modo per protestare contro l’iniziativa Marvel Vendicatori Divisi: all’urlo "Vendicatori Uniti" un’ovazione si è alzata dalla folla…il delirio…Poi mi è piaciuto uno vestito da pianta carnivora e due vestiti da 892 892…incredibile!
La sera è finita così, con Dennis che alla cinque ci ha lasciato e Marco alle sette. Siamo andati a aspettare i miei e distrutti, ma veramente distrutti, siamo andati in albergo a Altopascio, un paese vinino Lucca, e poi a cena, una cena meravigliosa a base di pappardelle al cinghiale, grigliata di carne, vino divino e dolce…che mangiata…La sera una lettura ad un fumetto comprato e poi a letto.
Il giorno dopo seconda puntata del raid lucchese: ma questa volta abbiamo cominciato con le mostre espositive al centro di Lucca, in una chiesa sconsacrata meravigliosa. Immaginate l’abbinamento degli affreschi e dei quadri religiosi con i cartonati di Tex e Mefisto e le immagini delicate del Re Bianco di Toffolo…La mostra migliore sicuramente quella dedicata a Simone Bianchi, autore di Lucca e anima di questo Lucca comics.
Poi un giro al museo del fumetto che avevamo già visto ma che aggiunge dei laboratori didattici e le case dei vari personaggi dei comics tra cui Martin Mistere, Dylan Dog, Topolino, Valentina…bellissimo!
Poi ci siamo concessi una bellissima passeggiata per Lucca dove abbiamo visto che davvero tutta la città si mobilita per la mostra del fumetto, c’erano fumetti in tutte le vetrine, perfino in negozi di scarpe e di vestiti. E comunque la cattedrale di Lucca è bellissima!
Poi dopo questo giro fantastico siamo tornati in fiera per gli ultimi acquisti dove abbiamo incontrato di nuovo Marco e anche Riccardo, un altro mio amico del corso di Tito Faraci. Che bello! Ci siamo divertiti tantissimo!
Dopo tante ricerche sono anche riuscito a trovare i fumetti che mi mancavano…tutti tranne uno…ma vabbè lo troverò! Allo stand della Free Books ho trovato il primo numero di Wondercity! Fantastico, dopo tanto tempo che aspettavo! Allora chiedo se ci sono gli autori e così mi ritrovo Gualdoni e gli dico che io ho seguito lo svolgersi del suo lavoro sul forum e lui mi chiede il nome e il nick e dopo che gliel’ho detto scoppia in un "Ah, ciao!" che ha fatto girare mezza Lucca. Che figata! Allora arriva Tanderini, il colorista, e mi fa: "Posso firmare pure io?" e io certo figurati! Che bello!
Così tra ultimi acquisti e saluti finisce anche il secondo giorno a Lucca e andiamo con i nostri genitori al ristorante del teatro dove accade un fatto assurdo! Il pomeriggio io e i miei fratelli abbiamo visto una bambina con un orribile zainetto di Witch e ci siamo messi a fare: "Ma non si vergognano di mettere quelle cose?" e cose del genere. Ebbene l’abbiamo ritrovata lì al ristorante in compagnia dei genitori che erano dei miei ex-vicini di casa! ARGH! Figuraaaaaaaa
Comunque anche lì una cena sopraffina con ravioli alla lucchese, tagliata alla rucola e un vinello pure niente male…slurp…si vede che ho fame?
E così secondo giorno a Lucca finito, ma il giorno dopo ci ha riservato una sorpresa: una gita a Firenze prima di tornare a Roma! Firenze è sempre meravigliosa: il duomo, il ponte vecchio, palazzo della signoria, le mucche…le mucche??? Sì perché a Firenze c’era una bizzarra invasione di statue di mucche dipinte in tutti i modi e sparse dappertutto nel centro!
Così dopo aver visto la mostra Donna Donne a Palazzo Strozzi, molto interessante, con opere di arte contemporanea veramente belle, io e Gabri ci siamo dati alla libera ricerca di mucche prima di incontrarci con i miei e tornare alla macchina per abbandonare Firenze.
Tutto ciò ovviamente sotto la pioggia che non ha tardato ad arrivare dopo che mia madre ha pronunciato la fatidica frase: "Non ho mai visto Firenze senza pioggia!". Il tempo non è solo umanopatico, ma ci sente pure benissimo…

Sipario.
Applausi.